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La signora Olga Dora Isabella festeggia i suoi cento anni con l’antica compagna di giochi

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La signora Olga Dora Isabella festeggia i suoi cento anni con l'antica compagna di giochi

Sabato 6 Luglio 2024, la signora Olga Dora Isabella (a destra nella foto) ha varcato la soglia dei primi cento anni di vita

Questo eccezionale evento, dopo la visita augurale del Sindaco della città nella sua casa nel Rione Matacca di Gabella, ha avuto uno svolgimento sobrio anche se emotivamente molto intenso.

Con  le due figlie, i generi, i nipoti, gli amici e i parenti più cari,  non poteva mancare la sua compagna di giochi dei primi anni trenta del secolo scorso, Maria Isabella, che, a novembre di quest’anno, entrerà nel 98° anno di vita, ormai proiettata nell’orbita secolare.

Da bambine avevano insieme cantato le ninne nanne alle bambole di pezza, avevano anche ballato, in occasione delle feste ricordate, nella casa del cugino di Olga, Ninnello Isabella, dove l’unico grammofono presente, instancabile intonava vecchie tarantelle.

La sua famiglia, oltre ai genitori, era costituita da un solo erede maschio e da 5 femmine. Sbarcavano il lunario arando la terra e piantando grano e granturco.

Il giorno del raccolto era una festa condivisa con i vicini, condita dai soliti quattro salti di gioia una volta  finito di spannocchiare le pannocchie.

I sogni di zia Olga, delle sorelle che non ci sono più, e della sua quasi coetanea Maria, avviata a completare il suo secolo di presenza nel mondo, era il buon raccolto di granone per dare da mangiare agli animali, per produrre buoni quantitivi di brattee delle pannocchie per riempire  pagliericci sui quali si fingeva di dormire.

L’acqua l’attingevano dalla sorgente comunale nel rione “Abbritti” dove facevano anche il bucato e lavavano i panni, impregnati di terra e di sudore ,di una fatica immane.

Sul dorso delle pietre, inclinate a sufficienza, le mogli sfregavano gli indumenti  cercando di smaltire il sudore dei mariti e, al contempo, di salvare dal collasso la loro  schiena.

Anche Olga e Maria frequentavano quella fonte col barile sulla testa ed una brocca in mano. Poi si sposarono a Gabella vivendo con dolore, dopo poco tempo, il distacco dai loro amati, costretti dal bisogno, a salpare da Napoli, con le fatidiche valige di cartone, verso il porto canadese di Halifax o verso le coste argentine.

Poi, per loro, la ragione del vivere, non è rimasta incollata, per fortuna a  “come sbarcare il lunario” ma come vivere dignitosamente in questo mondo cambiato, divenuto troppo complicato.

Zia Olga c’è riuscita raccogliendo attorno al suo compleanno generazioni di uomini e donne che, dallo scambio di sorrisi, non di circostanza, con l’antica compagna di giochi hanno potuto capire che il tempo che passa non è un dispetto del destino ma il dono di una storia che con umiltà hanno saputo scrivere e raccontare.

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