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Simu e pùarcu in scena all’Acquario per Matrioska Teatro

3 min di lettura

Continuano gli appuntamenti di Matrioska Teatro, la rassegna a cura de Il Filo di Sophia, nata lo scorso anno a Lamezia Terme da un’idea di Armando Canzonieri e Gianluca Vetromilo insieme al Cafè Retrò.
Matrioska, itinerante tra Cosenza e Lamezia, ha già proposto oltre venti spettacoli con compagnie provenienti da tutta Italia, presentando nello storico Teatro dell’Acquario lo scorso 30 dicembre il debutto di “La fame”.
La commedia scritta e diretta da Massimiliano Aceti ha visto in scena, insieme ad Aceti, Alessandro Cosentini, Francesco Aiello, Emilia Brandi e Chiara Vinci.
La rassegna Matrioska prosegue all’Acquario con l’atteso appuntamento di Simu e pùarcu, scritto e interpretato da Angelo Colosimo, in scena giovedì 18 gennaio alle ore 21.00.
Un teatro viscerale quello del calabrese Colosimo, autore e interprete di Simu e pùarcu, l’ultimo lavoro che chiude la trilogia dedicata alla famiglia nelle sue sfaccettature più atroci e agghiaccianti, nel loro istinto animale.
Per Colosimo il teatro è una necessità, uno strumento prezioso per mettere in luce, ricercare, storie dimenticate o irrisolte, ormai seppellite nel dimenticatoio comune.
Come per “Agnello di Dio” e per “Bestie rare” – i due lavori che vanno a comporre la trilogia sull’istinto animale nell’uomo – “Simu e Pùarcu” conduce una doppia indagine: il caso archiviato e mai risolto della morte di Santino Panzarella, del quale non mai stato ritrovato il corpo, e il tentativo di analizzare il contesto entro cui si compie il delitto di mafia.
È per questa necessità che l’artista calabrese si avvale, tra gli altri, della collaborazione di “Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”, un teatro che cerca verità e giustizia, ma soprattutto consapevolezza.
Storie di Calabria che possono essere lette in chiave universale, per conoscere e riconoscersi. Quelle che Colosimo mette in scena, diretto da Roberto Turchetta, sono storie di rilievo sociale che si sono conquistato i premi Drammaturgie Sommerse e BRISA, per Bestie Rare, Finalista anche al Cassino off per il teatro civile.
“Agnello di Dio” Finalista premio Testori, mentre “Simu e Pùarcu” ha avuto il privilegio di debuttare all’interno del prestigioso Festival del teatro di Napoli la scorsa estate, continuando a registrare sold out per l’Italia (compresa la data prevista l’8 novembre al Teatro ITC di San Lazzaro).
Ancora una volta Colosimo mette in luce il tema familiare in un’accezione allargata alle dinamiche n’dranghetistiche: una famiglia nella famiglia, che si riunisce nel ventre di una campagna per l’uccisione di un maiale, una ritualità dovuta, quasi necessaria, legata alla tradizione più arcaica e contadina.
L’uccisione di un “Pùarcu” che serve a sfamare bocche fameliche e a dare sostentamento per gli anni futuri. Forte risulta la contaminazione del mito di Atreo, che in questo testo viene rivisitato e travestito, dipinto e manipolato ad arte.
Il mito che si intreccia fortemente con la vendetta familiare, “sangue chiama sangue” portata alle estreme conseguenze nella sua ripercussione sui discendenti.
Una gestione del potere basata sui tentacoli parentali, dove tutti hanno dei ruoli da rispettare e che anela a tenere le cose sempre uguali. Anche questa volta la vendetta come unico spiraglio, unica soluzione per lenire la rabbia.
Le regole sono chiare: chi sbaglia paga. Ma anche chi non sbaglia non è immune da colpe.

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