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Sindacato CIU: Emergenza sanità in Calabria

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ospedale lamezia

Oltre alla carenza del personale medico è necessario assumere figure tecniche che si occupino della sicurezza e dello stato delle strutture pubbliche sanitarie

Comunicato Stampa

Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Calabria, diventa pienamente efficace il provvedimento legislativo voluto dal ministro Giulia Grillo per guarire i mali della sanità calabrese.

Fino ad oggi si sono registrati numerosi interventi, stimolati dal grande interesse che da sempre il settore della sanità calamita attorno a sé. Che la situazione sia emergenziale non vi è dubbio. Ma per sanare uno stato patologico divenuto quasi cronico occorre una terapia integrata e per certi versi anche “intensiva”.

Lo sblocco delle assunzioni rappresenta una grande opportunità, se inquadrato in un contesto programmatico che abbia come stella polare il raggiungimento dei Livelli Essenziali di Assistenza ed il miglioramento progressivo delle prestazioni e dei servizi di cura alla persona.

I fatti drammatici che si sono verificati in passato – come quello di Federica Monteleone a Vibo Valentia, morta per mancanza di continuità elettrica delle apparecchiature, oppure di quel paziente che a Locri ha perso la vita a causa degli ascensori non funzionanti – e che ancora oggi purtroppo riempiono le pagine di cronaca, dimostrano che nell’emergenza sanitaria rientrano anche lo stato delle strutture, la logistica, la sicurezza e la conformità degli impianti.

Inutile assumere medici e infermieri se poi le strutture dove essi devono prestare servizio presentano carenze e deficit strutturali tali da impedire lo svolgimento corretto dell’attività assistenziale. Peggio ancora se, a causa della mancanza dei requisiti di legge e quindi non rispondenti più ai parametri dettati dalle norme sulla sicurezza strutturale e antincendio, interi reparti debbano essere chiusi e resi inagibili.

Il crollo del rivestimento del solaio avvenuto al pronto soccorso del Comune di Mesoraca, in provincia di Crotone, è l’emblema della noncuranza. È qui che il ruolo dell’ingegnere, figura considerata dai camici bianchi quasi come antagonista superflua, diventa insostituibile e necessaria.

Se non altro per garantire al personale medico, paramedico e all’utenza di godere del massimo comfort nella più totale sicurezza. Da questo presupposto nasce l’esigenza di progettare e gestire gli spazi evitando interferenze, anche pericolose, tra utenti che si presentano in massa al pronto soccorso. Non possono essere delegati ad altre figure professionali gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, quella degli impianti elettrici, termici, gas medicali ed apparecchiature elettromedicali, la prevenzione e la protezione dei lavoratori, la gestione immobiliare, l’efficienza energetica, la sicurezza antincendio.

Mansioni, quelle appena descritte, che richiedono un concentrato di capacità professionali che non possono essere svolte da personale medico e amministrativo. Per tale ragione, diventa emergenza anche la gestione delle problematiche che riguardano lo spazio e l’involucro in cui si materializza la gestione del paziente.

Non si può attendere ancora. Considerati il degrado e la scarsa sicurezza in cui versano molte strutture pubbliche sanitarie, rientra nell’urgenza anche il fatto di incorporare queste figure tecniche all’interno delle aziende del sistema sanitario regionale.

SINDACATO CIU

(Confederazione italiana di unione delle professioni intellettuali)

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