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Sindaco Conflenti: le fusioni a freddo non funzionano

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La proposta e il conseguente dibattito sulla fusione dei Comuni del Lametino con la città di Lamezia Terme, se da un lato appare come una possibile idea innovativa, dall’altro nasconde aspetti complessi anche dal punto di vista della crescita omogenea di un territorio che meriterebbe piuttosto una discussione approfondita e non strumentale, frutto cioè di interessi contingenti”.

Sindaco Conflenti - fusioni a freddoComunicato Stampa
Così, il sindaco di Conflenti, Serafino Paola che interviene sulla proposta oggetto di discussione in questi giorni. “Io ritengo invece – prosegue il primo cittadino conflentese – che intanto dovrebbero esprimersi le comunità senza che vi siano forzature dall’alto, estemporanee e lontane dalle singole realtà.
Occorre, a mio modo di vedere, innanzitutto creare la cultura “dello stare insieme tra comunità”, che valorizzi i principi di attenzione, di considerazione, di equità e di rispetto delle legittime reciproche attese.
Io sono convinto che promuovere, per radicare, questa cultura sia il presupposto necessario ed indispensabile per l’affermazione di un qualsiasi progetto che miri alla integrazione tra Comuni.
Le fusioni a freddo non funzionano! Come per i matrimoni, la fusione tra Comuni è un percorso fatto conoscenza, di affiatamento, di condivisione.
Occorre porre l’attenzione ai rapporti sociali tra comunità, alle potenzialità di sviluppo delle singole e diverse realtà, agli interessi comuni, alle affinità socio-culturali, morfologiche-territoriali, per elaborare un progetto in modo chiaro e quindi proporlo in modo credibile.
Oggi appare lontana l’idea che si possa unire di colpo comunità diverse senza aver lavorato negli anni affinché il processo possa compiersi.
E’ una logica desueta, vecchia che non sarebbe compresa dai cittadini stessi dei territori interessati. Un’alchimia – conclude il sindaco di Conflenti – finalizzata solo alla rendita di posizioni politiche che francamente le nuove generazioni rigettano.
Noi come amministratori invece abbiamo il compito di delineare scenari nuovi e trasparenti, indicando modelli inclusivi che siano alla base per qualsiasi processo, tanto più se si tratta di tracciare un percorso unitario di carattere sociale, culturale e amministrativo”.

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