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Sirianni: Grandi investimenti, area industriale Lamezia di nuovo esclusa

3 min di lettura
Antonio Sirianni

Ad un anno di distanza delle prime notizie apparse sulla stampa e a cinque mesi dall’ufficializzazione da parte dell’azienda, i sindacati calabresi e qualche politico sono venuti a conoscenza che la Intel, multinazionale americana leader nella produzione di semiconduttori e microprocessori, ha intenzione di fare un investimento di 5 milioni di euro in Italia che a regime porterebbe alla creazione di 3.500 posti di lavoro tra diretti e indotto

Comunicato Stampa

Solo oggi i sindacati sollecitano l’amministrazione regionale a proporre Gioia Tauro come sito produttivo per questo importante investimento.

Verrebbe da dire ‘’meglio tardi che mai’’, ma in questi casi il ‘’tardi ‘’significa essere tagliati fuori.

È da circa un anno che si parla di questo investimento e sono diverse le regioni che si sono candidate: Veneto, Lombardia, Piemonte, Puglia e in ultimo la Sicilia proponendo l’area industriale di Catania, che probabilmente sarebbe la più ‘’vocata’’ visto che da anni in quell’area è presente la ST Microelectronics, attiva nello stesso settore e che ha sviluppato un rilevante indotto.

Su questo investimento il 40% è a carico del Governo centrale che ha assunto l’impegno di individuare i siti prima delle elezioni politiche e che probabilmente sceglierà il Veneto e il Piemonte.

Se così fosse non si potrebbe parlare di occasione persa, visto che fino ad oggi la nostra regione non ha neanche partecipato alla selezione.

L’investimento della Intel è il primo esempio di quel processo in atto che gli economisti chiamano “reshorig’’ vale dire riportare la produzione nel paese d’origine.

La pandemia prima e la guerra oggi hanno messo a nudo quanto sia problematico gestire filiere produttive lunghe. Quindi è presumibile che altre aziende, nel breve periodo, seguiranno questa stessa strada e credo che non ci si possa far trovare impreparati.

Certo, appare davvero singolare che nella richiesta avanzata dai sindacati e da qualche consigliere regionale al Presidente Occhiuto di candidare anche la Regione Calabria, si proponga come sito l’area industriale di Gioia Tauro.

A quanto pare dell’Area Industriale di Lamezia non interessa a nessuno. Per anni ci siamo sentiti dire che era la più grande del Mezzogiorno, la più centrale, vicina agli snodi autostradali, ferroviari e aeroportuali, ma quando c’è da indicare un sito si indica solo Gioia Tauro.

Anche l’ultima visita del Presidente di Confindustria è andata in tale direzione.

Forse è il caso di interrogarsi sul perché di queste scelte. Si potrebbe dire che la Regione è troppo piccola per cercare di puntare sullo sviluppo di più aree, ma allora dovrebbero spiegarci perché su un territorio così piccolo insistono tre aeroporti.

Il problema vero è che chi dovrebbe promuovere il nostro territorio non sta facendo bene il proprio lavoro. Mi riferisco all’amministrazione comunale che su questa vicenda, come su tante altre, non si è fatta sentire, o la Lamezia Europa, società che dovrebbe occuparsi dello sviluppo dell’area industriale, e che da anni sopravvive presentando progetti faraonici al fine di mascherare le difficoltà economiche che attraversa la società e che onestamente sembrano evocare la scena del famoso film in cui Totò vende la Fontana di Trevi.

L’auspicio è che possa aprirsi un confronto serio sul futuro dell’Area Industriale e che possano cogliersi delle opportunità che, nonostante la crisi economica, sono pur presenti.

Potrebbe cominciarsi con l’accorpare i diversi enti e crearne uno nuovo che si occupi dello sviluppo dell’area, oggi abbandonata a se stessa, dalla promozione alla gestione. Ne saremo capaci?

Antonio Sirianni
Ex segretario PD Lamezia

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