I sognatori “Con i piedi ben piantati sulle nuvole” di Andrea Scanzi
3 min di letturaUn’iniziativa del Chiostro Caffè letterario, in collaborazione con Libreria Tavella e Sistema Bibliotecario Lametino.
LAMEZIA. Presentato “Con i piedi ben piantati sulle nuvole – Viaggio sentimentale in un’Italia che resiste” di Andrea Scanzi (Rizzoli).
Un titolo, ricordando Flaiano, dedicato a chi ha capacità di sognare. I sognatori in fondo sono “degli utopici per scelta di vita, sono dei pazzi perché credono ancora in qualcosa, che quel sogno lì può dare realtà. Sono loro i fortunati a stare con i piedi ben piantati sulle nuvole. Una volta tanto volevo raccontare coloro che ce l’avevano fatta”.
Esordisce così Andrea Scanzi, scrittore e giornalista de Il Fatto Quotidiano mentre ci parla del suo libro di viaggio, un diario di bordo, in cui carambola dalla Val d’Aosta alla Sicilia, dalla Calabria al Trentino. È viaggiando infatti che Scanzi si è reso conto che tanti sono questi sognatori, persone che nonostante la solitudine globale e il dolore, nonostante il sentirsi abbandonati sono riusciti a trasformare la loro vita in qualcosa che è molto simile al loro sogno.
Non è certo sempre così, nel libro non mancano anche quelli che son caduti, che non ce l’hanno fatta però “mi piaceva raccontare, in questo viaggio breve ma intenso, tutto quello che ho visto in Italia in questi anni – dichiara lo scrittore -, cercando anche di insistere su un aspetto: restituire l’immagine di un paese che è molto più bello, battagliero e convinto dei propri mezzi di quanto non raccontiamo dalla televisione o dai giornali, nella radio e nei talk”.
In questo tanta parte potrebbe fare la resistenza pubblica contro soprusi e ingiustizie, resistenza nonostante tutte le batoste che la vita ci riserva. Ci vorrebbe maggiore consapevolezza e un po’ di conoscenza delle cose per non cadere negli errori dettati dall’ignoranza. Avremmo bisogno anche di memoria storica perché, fin troppo spesso, abbiamo dato prova di essere un Paese che commette sistematicamente gli stessi errori. Avremmo bisogno di un briciolo di follia come quella di chi ha la capacità di stare un po’ in cima alle nuvole e non cadere.
Il viaggio di Andrea Scanzi è anche il nostro viaggio. Sono i nostri paesaggi e la loro estrema (e a volte nascosta) bellezza, le provincie, le nostre tradizioni, le persone che ci circondano e loro storie, le persone che non ci sono più. Sono anche le brutture, il menefreghismo di chi “ha le capacità ma non si applica”, le crisi d’identità, i pregiudizi e i cliché. Sono i sentimenti e tutto ciò che la natura o il genere umano possono ispirare.
“Il mare di Fano riporta la mente all’infanzia, un viticoltore veneto diventa il Drugo del Grande Lebowski, un canguro wallaby sull’Isola dei Cipressi ci fa riflettere sulla condizione umana”. E ancora, facciamo tappa alle Langhe di Fenoglio, ammiriamo la bellezza fuori dall’opprimente caos turistico di Arezzo – città che ha dato i natali proprio a Scanzi –, scopriamo la piccola Scozia italiana, il Molise.
Finiamo in un triste autogrill e poi nella Las Vegas dei poveri ovvero la città fantasma di Consonno e la storia del suo commendatore “Amen”: tappe dell’intenso peregrinare del giornalista che, senza entrare a gamba tesa, riesce a far sue le vicende di chi ha di fronte, pronto anche a trarne fondamentali lezioni di vita.
Stile asciutto, spiccato senso critico e un pizzico di sentimentalismo per il ritratto condensato (190 pagine) e tagliente di una Italia che continua a ripartire, che cade e si rialza nonostante spesso in realtà ci si chieda come abbia fatto fino a ora e quanto ancora potrà resistere.
Valentina Dattilo