La solidarietà della comunità lametina per la piccola Teyssir
6 min di lettura
Teyssir, bimba tunisina di otto anni, ha una famiglia lametina che non conosce ancora ma che le ha già manifestato tutto il suo affetto, la sua vicinanza e la sua solidarietà
Nei mesi di dicembre 2024 e gennaio 2025 è stata infatti avviata una raccolta fondi che in poche settimane ha raggiunto la cifra necessaria per garantirle il sostegno economico di cui necessita in un momento particolarmente difficile e doloroso della sua vita.
E sabato 22 febbraio, presso il Civico Trame di Lamezia Terme, nella conferenza stampa coordinata dal presidente della Fondazione Trame Nuccio Iovene, sono stati illustrati i risultati ottenuti e gli utilizzi della somma raccolta.
La cifra – 4.500 euro – nelle prossime ore sarà trasferita sul conto corrente bancario dei suoi nonni, tutori legali della bambina, con l’intermediazione dell’associazione Mem.Med – Memoria Mediterranea ETS, che si occupa di supportare le famiglie e le comunità nella ricerca e identificazione delle persone migranti disperse o decedute nel Mar Mediterraneo, e sarà da loro utilizzata per garantirle l’accesso all’assistenza sanitaria, all’istruzione e a tutti i bisogni essenziali necessari per il suo benessere e la sua crescita.
La conferenza si è aperta propria con la testimonianza di Silvia Di Meo, antropologa, ricercatrice e attivista antirazzista, operatrice di Mem.Med: “Anas è sepolto nel cimitero accanto alla casa della famiglia Zuebi. Ho conosciuto personalmente i membri della famiglia, in particolare i nonni e le zie, che attualmente si stanno prendendo cura di Teyssir. Teyssir è la sorellina di Anas, una bambina che sta vivendo un dolore profondo e una grave sofferenza psicologica a causa delle tragiche perdite che ha subito. I nonni si stanno occupando di lei e, nel frattempo, continuano la ricerca di suo padre, che risulta ancora disperso. La famiglia di Anas Zuebi desidera inviare un messaggio di ringraziamento per il supporto e i fondi raccolti dalla comunità di Lamezia Terme. Questo aiuto economico servirà non solo a garantire un supporto psicologico a Teyssir, ma anche a permetterle di continuare a studiare e, per quanto possibile, e costruire un futuro sereno nonostante il dramma che l’ha colpita.
Anche noi di Med Memoria Mediterranea vogliamo ringraziare l’Associazione Trame e tutta la società civile che si è mobilitata per ricordare e onorare Anas, così come le autorità che hanno svolto il loro lavoro con impegno.
“Oltre agli aspetti tecnici legati all’identificazione e al supporto economico, è fondamentale anche il valore della memoria. Il ricordo di Anas è stato celebrato oggi e già nei mesi scorsi, quando il suo corpo ha lasciato la Calabria. Questo è un atto di grande importanza in un contesto in cui l’oblio e l’indifferenza spesso avvolgono queste storie, in cui alle famiglie viene negato il diritto di sapere, il diritto all’identità e al nome per chi attraversa il mare – ha sottolineato Di Meo – Anche il diritto al lutto viene spesso cancellato, ignorando che la violenza del regime di frontiera non colpisce solo chi perde la vita, ma anche le loro comunità, le famiglie e chi resta, chi sopravvive e continua a lottare per la verità e la giustizia.
Penso in particolare a Kamar, la zia di Anas, che oggi è la persona più attiva nel prendersi cura di Teyssir e nel cercare risposte per suo fratello ancora disperso. Insieme ad altre madri, sorelle e donne in Tunisia, Kamar porta avanti questa battaglia con coraggio e determinazione.
Speriamo che possano presto venire in Italia, come desiderano, non solo per continuare a trasmettere questo messaggio di memoria, ma anche per esprimere di persona la loro gratitudine per la solidarietà ricevuta dall’altra parte del mare. Il loro desiderio è quello di ringraziare chi ha contribuito economicamente, ma soprattutto chi ha riconosciuto e onorato la storia di Anas, il suo nome, mantenendone vivo il ricordo oggi e in futuro”.
Ha proseguito il racconto Salvatore Curcio, ora capo della Procura e della Dda di Catanzaro e già Procuratore di Lamezia Terme, che ha ripercorso tutta l’indagine che ha portato all’identificazione di Anàs: “Noi non abbiamo fatto altro che il nostro lavoro. Certo, una storia come questa, che riguarda un bambino, mette alla prova chiunque. Studiare quei fascicoli, analizzare ogni dettaglio, non è stato solo un lavoro investigativo: siamo stati anche padri, fratelli, mariti. E questa vicenda ci impone di riflettere. Questi drammi non sono così lontani da noi come potremmo pensare. Ma in questa vicenda ho visto anche un grande slancio di solidarietà da parte della città di Lamezia Terme. La presenza di tante associazioni di volontariato lo dimostra. In questo caso, la città ha saputo trovare unità e condivisione come raramente accade. Il funerale del piccolo Anas ha visto la partecipazione di tutti: cristiani, musulmani, laici, uniti nel dolore. Questa raccolta fondi, che ha superato ogni aspettativa, non è solo un aiuto concreto, ma anche un segno di umanità. Dobbiamo riscoprire valori come la condivisione, la responsabilità e la cittadinanza attiva. La repressione da sola non basta: serve un rinnovamento culturale, una presa di coscienza collettiva. Vi ringrazio per la vostra presenza oggi. Anche questo è un segno di vicinanza e di sensibilità.”
“Un cadavere trovato in mare, di cui inizialmente non si sapeva nulla, rappresenta sempre una sfida investigativa complessa – ha aggiunto Antonio Turi, Dirigente del Commissariato di Lamezia Terme – È difficile ricostruire la sua storia, perché, normalmente, quando ci si trova di fronte a un cadavere in un contesto noto, si parte proprio da quello per ricostruire gli eventi. Ma in questo caso, non c’era un contesto a noi vicino: fin da subito è stato chiaro che si trattava di un naufragio. Erano i resti di un bambino, una situazione che sembrava davvero impossibile da affrontare. Abbiamo affrontato questa indagine con determinazione, senza mai perdere di vista l’aspetto umano. E la soddisfazione che abbiamo provato nel riuscire a dare un nome a quei resti è stata pari, se non superiore, a quella che si prova risolvendo casi di criminalità. È una sensazione difficile da spiegare, ma come diceva il Procuratore, questo caso portava con sé un profondo valore umano.
Non voglio soffermarmi sui dettagli drammatici, ma posso dire che dare un’identità a quel bambino è stato un traguardo che ci ha resi orgogliosi. Per questo voglio ringraziare ancora la mia squadra investigativa del commissariato, che ha già ricevuto l’elogio del Procuratore. Ringrazio l’ispettore Morelli per la sua tenacia e sensibilità, e ringrazio l’Associazione Trame e il Presidente Iovene, il cui supporto è stato fondamentale per portare a compimento questo percorso. Ne siamo davvero fieri”.
Una piccola goccia, certo, nel mare magnum dei massacri che si consumano quotidianamente nel Mediterraneo sotto gli occhi indifferenti di molti. Una vicenda che ci ricorda che le stragi spesso sono anche morti senza riconoscimento, riduzione a numeri, cancellazione della storia personale, impedimento del lutto e rimozione della memoria familiare e collettiva.
Pertanto, a pochi giorni dall’anniversario della strage in mare di Cutro, che vide la morte di almeno 94 persone e la scomparsa di decine di dispersi originari dei Paesi di Afghanistan, Pakistan, Iran, Palestina, si ringraziano non solo i tanti lametini che hanno dimostrato sensibilità ma, ancora una volta, la Procura della Repubblica di Lamezia Terme che si è impegnata a identificare il piccolo corpo rinvenuto nel tratto di mare compreso fra l’ex pontile SIR e la foce del fiume Amato.
La raccolta fondi è stata generosamente sostenuta e promossa da enti e associazioni locali – Fondazione Trame ETS, Gruppo Minori 78, Avis Lamezia Terme, Fondazione Caritas Diocesana Di Lamezia Terme, Icica, Agesci zona Reventino, Ala Associazione Antiracket Lamezia, Associazione Per La Ricerca Neurogenetica, UNA, Pax Christi, Associazione Nazionale Tutte Le Età Attive, Non una di meno Lamezia, Comunità Progetto Sud, Associazione Arci Lamezia, Rotary Club Lamezia, Addunati, Masci Lamezia 2, Soroptimist Lamezia, I Vacantusi – e dai cittadini e le cittadine di Lamezia Terme.