Soveria Mannelli, recupero eroico cagnolina incinta. La denuncia
3 min di letturaNel racconto delle due salvatrici del povero animale tutta l’amarezza per il dilagante fenomeno dell’abbandono
Soveria Mannelli (CZ) – Esiste un severo parametro di giudizio grazie al quale possiamo qualificare un individuo all’interno di una società: il trattamento che questi riserva a bambini e ad animali, le categorie più fragili all’interno di una comunità.
Nonostante gli spot, gli inviti da parte di VIP, le campagne di sensibilizzazione, abbiamo ancora tantissima strada da fare riguardo alle premure da riservare ai nostri amici animali. L’abbandono di un cane o di altro animale continua ad essere, purtroppo, una pratica barbara sempre più “democraticamente” attuata da nord a sud dello Stivale.
Come se non fosse già troppo crudele lasciare Fido sul ciglio di una strada, sottoponendolo così ad un rischio imminente di morte, esiste una variabile che rende questa spiacevole abitudine ancora più inumana: piantare in asso, in balia di intemperie e pericoli di varia entità, una cagnolina in procinto di partorire.
E’ quello che è accaduto ad una quadrupede di piccola taglia, abbandonata in una zona boschiva e distante dal centro abitato di Soveria Mannelli, tratta in salvo da due donne del posto, da sempre in prima linea per donare ai pelosetti più sfortunati una seconda possibilità.
Protagoniste di questa bella pagina di generosità e amore sono Delia e Patrizia: due cittadine modello, che non solo collaborano con associazioni animaliste, ma che traggono in salvo in prima persona cani e gatti soli e spauriti garantendo loro cibo, cure ed affetto. A dare il via a questa missione di recupero una segnalazione, l’ennesima raccolta dalla coppia di amiche, giunta qualche settimana fa. A seguito di una prima ricognizione, le due donne sono state in grado di localizzare, non senza difficoltà, un cane di sesso femminile e di piccola taglia. La quadrupede, visibilmente spaventata, era prossima a mettere al mondo due cuccioli.
“All’inizio non ci eravamo rese minimamente conto dello stato interessante della piccola – hanno raccontato, non senza emozione, Delia e Patrizia – quella creatura così indifesa aveva partorito i suoi cuccioli in un buco, nascosta in mezzo al bosco. Era terrorizzata dall’idea che potessimo allontanarla dai suoi cagnolini: una scena davvero straziante, che ci ha toccato nel profondo”.
Patrizia e Delia non hanno avuto alcun ripensamento e, dopo aver conquistato la fiducia della neo mamma, sono riuscite a trarre in salvo lei e i suoi due cuccioli. “Dopo aver recuperato la cagnolina e i suoi piccoli, abbiamo pianto – ammette Patrizia, che attualmente ospita presso la sua abitazione la “scodinzolante” famigliola– non è possibile abbandonare volontariamente una cagnolina in procinto di partorire. Una crudeltà gratuita, incomprensibile”.
La quadrupede e la sua prole versano attualmente in ottime condizioni, in attesa di trovare una famiglia amorevole e disposta ad accudire loro nella buona e nella cattiva sorte. Una piaga, quella dell’abbandono, che coinvolge individui di ogni estrazione sociale, accomunati dalla poca consapevolezza dell’impegno e della responsabilità celati dietro all’adozione di un gatto, un cane o di qualsivoglia specie faunistica. Gli animali non sono giocattoli, non è possibile disfarsene come immondizia: oltre ad essere immondo, è infatti un gesto legalmente perseguibile.
La famiglia di cani di piccola taglia è solo l’ultimo gruppo di cani che Delia e Patrizia sono state abilissime a salvare da morte certa. Le azioni coraggiose e piene d’affetto delle due soveritane sono un barlume di speranza all’interno di un quadro che definire desolante è davvero riduttivo. Eppure, basterebbe seguire l’esempio di queste due donne devote alla causa animalista per poter fare veramente la differenza: si tratta, più che di un atto di civiltà, di un gesto di puro amore.
Raffaella De Grazia