Spremuti, ingannati, licenziati – storie di lavoratori calabresi che reagiscono all’arroganza dei padroni
3 min readL’incontro pubblico, organizzato da Fronte Comunista, si terrà a Cosenza
Sabato 20 a Cosenza, alla sede del FGC Calabria di via Rivocati, 63, alle ore 17, andrà in scena un incontro pubblico sul tema dei licenziamenti selvaggi e dei bassi salari nella nostra regione. Lo scopo dichiarato dell’evento è costruire un meccanismo di solidarietà di classe tra i lavoratori delle diverse vicende presentate, che si confronteranno nel corso della discussione.
A parlare ci saranno, infatti, Mimmo Macrì, segretario nazionale del sindacato Orsa Mari e Porti, ex operaio del Porto di Gioia Tauro, licenziato qualche mese fa con un pretesto dopo aver costruito una partecipazione sindacale, fra i suoi colleghi, che non si vedeva da anni in quanto a conflittualità.
Il licenziamento politico di Mimmo ha dato luogo, in Calabria e non solo, ad un moto di indignazione che ha coinvolto non soltanto gli operai dei terminal portuali. Parlerà anche Elda Renna, la portavoce dei tanti ex lavoratori della Simet S.p.a. che dallo scorso autunno chiedono giustizia dopo essere stati mandati via dall’azienda, azienda che dopo aver simulato una crisi interna ha scelto la strada della ristrutturazione del personale a favore di contratti meno tutelati.
Prenderà parola, poi, Teresa, testimone della situazione di precarietà assoluta che vivono tanti giovani calabresi che non hanno altra scelta che ricorrere a lavori stagionali o sottopagati. Infine, daremo voce a Giuseppe, portavoce degli addetti alle pulizie dell’Unical, che da mesi lavorano in condizioni non dignitose con uno stipendio orario di appena 5 euro.
La fase politica attuale, figlia di ben due crisi susseguitesi nel giro di tre anni, vede l’esacerbarsi delle contraddizioni del capitalismo soprattutto nell’incremento della repressione padronale, che mira a tutelare i margini di profitto delle aziende attraverso l’espulsione dei lavoratori più combattivi, ma anche nel carovita – causato dalla speculazione e dalla corsa ai profitti delle aziende – e nella legittimazione mediatica della ricattabilità e della precarietà, con la retorica dei “giovani fannulloni” che rimpalla sui media ad ogni piè sospinto e, soprattutto, in zone economicamente più in difficoltà come la Calabria.
Il taglio dei sussidi al reddito, il finanziamento e l’appoggio all’attuale guerra imperialista a discapito dei fondi ai servizi e all’istruzione, una legge di bilancio che ha concentrato tutte le risorse in agevolazioni fiscali a imprese e fasce medio-alte della popolazione, la continua erosione dei diritti collettivi (in primo luogo la sanità, in Calabria) completano la cornice di attacco contro i ceti popolari, mossa da una classe padronale che mira a massimizzare il suo potere negoziale e la sua egemonia economica. All’interno di questa cornice nazionale e internazionale si spiegano e si situano le storie che racconteremo nel nostro incontro.
L’unica risposta che possiamo dare a questa situazione è una rinascita dell’unità di classe dei lavoratori, i soli che hanno l’interesse a costruire un sistema economico e politico differente rispetto a quello attuale fondato sulla concorrenza selvaggia e sull’espansione degli interessi del capitale che causano, inevitabilmente, le tensioni e i conflitti internazionali di cui stiamo vivendo le conseguenze.
Fronte Comunista – Calabria