Stagione teatrale AMA Calabria. Amanda Sandrelli, “locandiera” elegante e cinica
3 min di letturaLamezia Terme, 22 novembre 2019. Inaugurata la nuova Stagione Teatrale organizzata da AMA Calabria al Teatro Comunale Grandinetti con un capolavoro di Goldoni, La locandiera, con Amanda Sandrelli per la regia di Paolo Valerio e Francesco Niccolini che firma anche l’adattamento e la drammaturgia.
Una scena scarnificata e geometrica, firmata da Antonio Panzuto, sì da risultare efficace per il movimento degli attori, incornicia i personaggi di questa pièce goldoniana, la prima di quella Riforma teatrale che l’autore attuò con il passaggio dalla Commedia dell’Arte, caratterizzata dall’uso delle maschere, alla commedia di carattere con personaggi reali, psicologicamente definiti, derivati dalla diretta osservazione del mondo e della società.
Lo spettacolo, condensato nella brevità dell’atto unico, è vivacemente scandito nei ritmi e giocato con grande abilità di entrate e uscite.
Al centro del gioco scenico sta la locandiera, interpretata da una splendida Amanda Sandrelli. Abbandonati fronzoli e lazzi, l’interpretazione della Sandrelli punta sui temi dell’emancipazione femminile e dell’amore a cui, tuttavia, rinuncia in nome di una libertà senza felicità. La sua Mirandolina è una donna di espressiva intelligenza e di misurata eleganza che conserva nei gesti una certa aria adolescenziale. Si muove sulla scena con svagata leggerezza come una “animula” fragile e allegra dispensando sorrisi di svaporata malizia. Gli uomini che l’adorano in quanto donna libera, si accaniscono a possederla senza nulla stringere di lei. E lei vive nel desiderio che riesce a suscitare, felice di accettare regali per una sorta di vendetta inconscia da nata povera. Donna di passione e di finzione, consapevole del suo potere, usa la seduzione con freddo calcolo. Dura e cinica, oltre il suo garbato civettare, ella tratta i quattro uomini che le gravitano attorno con feroce ironia, disseminando con generosità i segni di una femminilità trionfante.
Un ritratto lucido e lieve dell’universo femminile, centro e motore della commedia, condensato in una donna che vuole essere padrona di se stessa, dei propri sentimenti e delle proprie scelte di vita e che, di contro, fa risaltare le debolezze e le fragilità sentimentali del “pianeta” maschile.
Andrea Costagli offre una grande interpretazione del Marchese di Forlinpopoli in cui mescola sapientemente il sentimento sensuale per Mirandolina con il sentimento del denaro. Beffato nel suo amore senile, egli riflette in sé la potenza dell’ottusità e una legnosa coerenza che sono la forza drammatica del personaggio il quale, alla fine, saprà mostrare un côté quasi paterno restituendo a Mirandolina la boccetta d’oro che le aveva sottratto.
Insinuante e quasi felino Dimitri Frosali nel ruolo del Conte d’Albafiorita che contrappone la sua nobiltà di toga alla nobiltà di spada del Marchese di Forlinpopoli. Un personaggio potente e prepotente caratterizzato da un erotismo rituale e da tracotanti atteggiamenti pseudoaristocratici dove il denaro è soltanto riscatto materiale per ataviche umiliazioni e storici pregiudizi.
Algido il Cavaliere di Ripafratta dell’ottimo Alex Cendron, un misogino narcisisticamente compiaciuto di se stesso il cui scetticismo programmato è presto corretto da improvvisi squarci di tenerezza espressiva.
Umbratile e percorso da una rabbia compressa il Fabrizio di Massimo Salvianti.
Vivaci e piene di verve Lucia Socci e Giuliana Colzi nei ruoli delle due attrici comiche Ortensia e Dejanira che si presentano alla locanda come finte dame ma non riescono a mantenere celata per lungo tempo la loro volgarità plebea.
L’adattamento drammaturgico di Francesco Niccolini ci restituisce un magnifico esempio di un testo classico “nuovo” con caratteri a tutto tondo ricchi di tonalità linguistiche e sceniche e Marco Messeri distilla ombre e luci sopra il fruscio di sete dei bellissimi costumi creati da Giuliana Colzi.
Uno spettacolo in bilico tra raffinatezze astratte e memoria popolaresca di stupefatta essenzialità.
Giovanna Villella
[ph_A. Botticelli / www.arca-azzurra.it]