Straordinaria, il nuovo singolo della giovane cantante Chiara Vescio
5 min di letturaNegli ultimi anni il termine “donna” rientra in quella categoria di argomenti che polarizzano l’opinione pubblica, ancora più che in passato, dalla cronaca nera a fatti di costume, stimolando il dibattito e favorendo il versamento di litri di inchiostro (e di byte).
Oltre però le discussioni e le prime pagine esiste una realtà sociale ancora in trasformazione nella quale la necessità di avere quote rosa sembra quasi un’onorificenza, per chi quelle quote le ammette, più che una semplice questione di merito e non di genere.
Il nuovo singolo della giovane cantante ed interprete Chiara Vescio, Straordinaria in uscita venerdì 16 giugno, parte dal concetto di consapevolezza dell’essere donna in quanto persona, senza bisogno di intermediazione o riconoscibilità da parte di qualcun altro. Abbiamo fatto due chiacchiere con lei per parlare di questo e della sua vita artistica, in attesa di ascoltare il nuovo brano e vederla dal vivo.
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Consapevolezza, autodeterminazione ed emancipazione: tre termini che accostati alla parola donna significano ancora lotte per affermarsi come individuo. Straordinaria è il simbolo di tutto questo?
Straordinaria è la storia di una donna forte, consapevole di ciò che può dare e del fatto che grazie alla sua determinazione può raggiungere qualsiasi obiettivo. È la storia di una donna che ha riscoperto la gioia di vivere, che non ha bisogno di nessuno per realizzarsi e soprattutto non ha bisogno di essere definita straordinaria da altre persone, lo sa e basta.
Tra Sanremo e candidature ai Grammy, anche quest’anno si è parlato di poca presenza femminile. È un retaggio culturale o c’è anche una effettiva scarsa presenza di proposte musicali femminili interessanti?
Penso che il problema si trovi ai vertici di questi programmi. Se andiamo a scavare tra i direttori artistici o qualsiasi altro membro dell’organizzazione, troveremo maschi… maschi che scelgono altri maschi. Conduttori che scelgono di avere donne al loro fianco solo per farle portare sul palco il monologo su qualche argomento molto serio, ma che viene utilizzato solamente per avere più ascoltatori. In questi programmi, purtroppo, è inutile negare che le donne vengono sempre inserite con lo scopo di attirare il pubblico, raramente ci viene affidata la conduzione piena di un qualsiasi programma. Di conseguenza si instaura un meccanismo secondo il quale la donna verrà inserita solo per convincerci di star combattendo gli stereotipi, ma nel momento in cui una donna sale sul palco e per farsi valere deve per forza fare il monologo sui nostri diritti, vuol dire che qualcosa non va
Si parla tanto di cantautori ed autori nella musica ma molti dimenticano l’importanza di essere una buona interprete e in quest’ambito ne abbiamo avuto di straordinarie. Cosa significa interpretare una canzone?
L’interprete è un mestiere molto difficile. Spesso si dice che chi non scrive non è un artista, ma senza essere consapevoli di quanto sia difficile interpretare seriamente una canzone. Prendiamo come esempio Giorgia, lei non scrive le sue canzoni, eppure è l’artista migliore in assoluto che abbiamo in Italia. Non è per niente facile sapere rendere proprio un brano al punto di emozionare e convincere chi ti ascolta. È un po’ come nel teatro, gli attori seguono un copione, di conseguenza dovrebbero essere tutti bravi… eppure non è così, ci sono attori e attori, tutto dipende dalla loro capacità di interpretare.
Ti è capitato di rifiutare canzoni come interprete?
Sì, mi è capitato, perché penso che sia fondamentale riconoscere il proprio stile. Perciò mi sono ritrovata a rifiutare di interpretare determinati testi che trovavo completamente distanti dal mio mondo e per quanto avrei provato ad impegnarmi, non sarei stata convincente.
Quanto è importante il lavoro di squadra e il supporto di professionalità nella musica?
Penso sia la cosa più importante. Avere una squadra alle spalle che ti sostiene e ti guida fa parte delle fondamenta che sorreggono tutto il resto. Più di tutto è importante stare bene nell’ambiente in cui si lavora. Fortunatamente in questo sono sempre stata fortunata, DISSONANZEstudios per me è ormai casa, e grazie a loro mi sento libera e capace di fare qualsiasi cosa.
Studi al conservatorio ma fai Pop. Per molti potrebbe sembrare strano ma in realtà non lo è.
Sì, indirizzo pop al conservatorio Tchaikovsky. È un corso giovane, nato da poco. Una realtà bellissima, con maestri di altissimo livello, che dà la possibilità a giovani come me che non si ritrovano nella musica classica di poter studiare e applicare il genere che preferiscono. Inoltre è un corso che ti prepara in tutti i generi, perché noi cantanti pop siamo molto versatili e di conseguenza sappiamo l’importanza di sapersi muovere su un’improvvisazione jazz, un blues, fino ad arrivare ad un bossa nova.
Quali sono le tue fonti di ispirazione?
La mia ispirazione principale è e sarà sempre Pino Daniele, parte tutto da lì… faccio fatica ad oggi a trovare qualcuno a cui ispirarmi, probabilmente Elodie è il tipo di artista che più mi rappresenta, ma sento dentro di me qualcosa che ancora non riesco ad esprimere a pieno e associarla a qualcuno.
Quale sono le prospettive da questo singolo in poi?
È proprio per quello che dicevo prima, che spero che questo inedito sia la porta verso una maturazione musicale tale da potermi far diventare pienamente consapevole di ciò che voglio essere. Spero di portarlo live il più possibile, ho la necessità di stare su un palco e inizierò proprio il 17 Giugno con un release party al Coolbay Disco a Gizzeria Lido. Colgo l’occasione per invitarvi, sono davvero tanto emozionata di riprendere i live e soprattutto di riprenderli proprio con il lancio di questo nuovo singolo tanto importante per me.
Renato Failla