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Gli studenti del Galilei ricordano le vittime delle Foibe

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La d𝐢𝐫𝐞𝐭𝐭𝐚 𝐝𝐚 𝐓𝐫𝐢𝐞𝐬𝐭𝐞 𝐞 𝐝𝐚 𝐁𝐚𝐬𝐨𝐯𝐢𝐳𝐳𝐚, organizzata da LEd Viaggi, con partner IRCI e Fondazione Fossoli

Una mattina dedicata al valore del ricordo, quella del 10 febbraio, che ha visto gli studenti delle terze e quarte classi del Galilei, seguire 𝐨𝐧𝐥𝐢𝐧𝐞 la 𝐝𝐢𝐫𝐞𝐭𝐭𝐚 𝐝𝐚 𝐓𝐫𝐢𝐞𝐬𝐭𝐞 𝐞 𝐝𝐚 𝐁𝐚𝐬𝐨𝐯𝐢𝐳𝐳𝐚, organizzata da LEd Viaggi, con partner IRCI e Fondazione Fossoli. Tanti gli interventi di storici e le interviste di reduci per riflettere e far crescere la memoria storica che, come “magistra vitae”, insegna e ammonisce a non ripetere le brutture del passato. Quando si parla di “foibe”, infatti, si apre una piaga ancora aperta della memoria nazionale, poiché si fa ricordo delle violenze di massa perpetrate dai partigiani jugoslavi durante e subito dopo la seconda guerra mondiale, a danno di militari e civili in larga parte italiani. La scuola ha il dovere morale di ricordare ai giovani che la violenza non è mai una soluzione, e che nessun potere è legittimo senza tutela della vita e della libertà di ognuno.  Dirigente e docenti hanno ricordato agli studenti il monito del Presidente Mattarella che dal Quirinale, nella giornata di ieri, ha dichiarato: “Per molte vittime, giustiziate, infoibate o morte di stenti nei campi di prigionia comunisti, l’unica colpa fu semplicemente quella di essere italiani. […] il rischio più grave di fronte alle tragedie dell’umanità non è il confronto di idee, anche tra quelle estreme, ma l’indifferenza che genera rimozione e oblio.” Così la Dirigente Teresa Goffredo ricorda le foibe:” In occasione di questa ricorrenza, il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha inviato una nota alle scuole invitandole a favorire iniziative,  incontri anche in collaborazione con  Associazioni per fornire  contributi per attività di studio . I docenti di storia del Liceo Galilei, che ringrazio per le lodevoli iniziative, hanno preso parte, con le classi terze,  al collegamento da Fossoli. Gli orrori delle guerre, quando arrivano a situazioni estreme, come quelle che hanno riguardato il mondo giuliano-dalmata e che continuano, ancor oggi,  a lacerare il nostro secolo, non potranno mai rappresentare la strada giusta. Bisogna, allora, ricordare. Il ricordo deve diventare memoria, quella che rimane nel tempo e nella storia, quella documentata dalle fonti. Da qui si parte per costruire il domani, il futuro, per essere se stessi, ognuno con le proprie radici, portatrici di valori, diventando bussole capaci di guidarci nella direzione giusta, quella della pace tra popoli diversi. ”

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