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Su vicenda El Ketani, organi competenti facciano al più presto chiarezza e giustizia

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rosario piccioni

Di certo, come abbiamo sempre detto, i processi per accertare le responsabilità penali si devono svolgere e celebrare nelle aule di giustizia

Comunicato Stampa

Tuttavia ci sono degli avvenimenti che riguardano un’intera comunità su cui è doveroso che chi rappresenta le istituzioni faccia chiarezza e dia adeguate informazioni.

Mettiamoci nei panni di mogli, figli e intere famiglie la cui vita è stata tragicamente stravolta per sempre la mattina di quel 5 dicembre 2010.

Mettiamoci nei panni di chi vive ogni giorno una ferita dolorosa che continua a sanguinare e in questi giorni, attraverso la stampa, si trova a leggere notizie che fanno ritornare con la mente alla tragedia di oltre dieci anni fa, a una delle pagini più drammatiche della storia della nostra comunità lametina. Di fronte a quanto leggiamo in questi giorni su Chafik El Ketani è evidente che le notizie poco chiare e spesso contraddittorie non fanno altro che alimentare disperazione e rabbia.

Ci sono troppi punti oscuri che pongono una serie di interrogativi a cui qualcuno dovrebbe dare risposta. Nell’interesse di tutti, a partire proprio da Chafik El Ketani.

L’unico dato oggettivo ed innegabile nella sua tragicità è che un altra persona, Nouredine Fennane, ha perso la vita.

Tutto il resto è nebuloso: chi guidava l’autovettura al momento dello schianto? El Ketani aveva o no conseguito la patente? È vero o no che El Ketani ancora una volta si trovava sotto l’effetto di sostanze stupefacenti? El Ketani, durante il ricovero a Catanzaro, è stato piantonato o meno? E ancora, come sono andati effettivamente i fatti in riferimento alle dimissioni dall’ospedale di Catanzaro e al successivo ricovero presso un ospedale di Bologna? È vero o no che El Ketani si apprestava ad andare in Marocco?

Lo ribadiamo: la giustizia farà il suo corso, ma in altri casi come questo che riguardano un’intera comunità sono stati forniti chiarimenti e delucidazioni sull’andamento dei fatti. Perché in questo caso invece poche notizie, anche contraddittorie, che non aiutano nessuno e anzi fanno solo del male?

Proprio per questo tutti quanti abbiamo il dovere morale di chiedere a voce alta che gli organi competenti facciano chiarezza e diano risposte al più presto.

Nell’attesa dei dovuti chiarimenti, come comunità ci stringiamo ancora una volta attorno alle famiglie dei nostri otto ciclisti esprimendogli tutta la vicinanza e solidarietà.

Gli organi competenti facciano al più presto luce sulla vicenda e diano risposte ai familiari dei nostri otto ciclisti e a un’intera comunità che chiede verità e giustizia

Rosario Piccioni

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