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Svelato il volto di Cristo al LIFF11 – Lamezia International Film Fest

2 min di lettura
vincenzo galluzzo

Claudio Bisio vuole lavorare ancora con Salvatores. Tutti i premi della undicesima edizione

Lui è Vincenzo Galluzzo, già visto ne Il patriarca di Claudio Amendola, e interpreterà Gesù ne La versione di Giuda, il film che Giulio Base sta girando proprio in questi giorni in Calabria. Galluzzo, insieme ad Arcangelo Deleo che interpreta l’apostolo Filippo e Slater Montes de Oca che è un inedito apostolo Bartolomeo, sono stati ospiti a sorpresa della serata conclusiva del LIFF11, durante la quale è stato consegnato il Premio Ligeia proprio a Giulio Base.

“La colpa di Giuda non è stata tanto il tradimento, quanto il non credere nel perdono divino”, ha detto Base. “Anche Pietro ha tradito, eppure lui è un santo. Ecco la grande lezione: dobbiamo imparare a credere nel perdono. Se Giuda fosse andato da Gesù e gli avesse detto ‘ho sbagliato, ti chiedo scusa’, che sarebbe successo? Siamo capaci noi di perdonare, ti pare che non lo sarebbe stato Dio?”

Base ha spiegato la visione pedissequa al Vangelo che avrà il suo film, ma ha anche anticipato che per molti aspetti sarà qualcosa di innovativo e mai visto prima per un racconto evangelico.

Grande show sul palco poi ad opera di un inarrestabile Claudio Bisio: l’istrionico attore e regista ha raccontato nel dettaglio la genesi del film che lo ha visto esordire come regista, L’ultima volta che siamo stati bambini, per poi prodursi in una sorprendente versione live di Rapput, tutta in jam, d’un fiato, come se l’avesse scritta solo il giorno prima.

“Oggi non potrei mai cantarla”, ha confessato l’attore. “Ma non credo sia del tutto vero che oggi non si può dire più niente, ci sono delle scappatoie. Con la maschera di un personaggio possiamo dire tante cose, poi è stato lui a dirle, non noi. I bambini protagonisti del mio film pronunciano frasi scorrettissime, ma che a quel tempo erano la norma. Ed è l’innocenza dei bambini a renderlo possibile, però poi ti fanno riflettere, perché i bambini ripetono ciò che ascoltano dai genitori”.<

E alla domanda del direttore Gian Lorenzo Franzì, se dopo tante esperienze c’è ancora un regista dal quale vorrebbe essere diretto, ha risposto buttando là un “Ovvio che potrei dirti Bellocchio, se magari ci ascoltasse”, aggiungendo poi che gli piacerebbe moltissimo tornare a lavorare con Gabriele Salvatores, “un regista con cui ho fatto cose bellissime e che secondo me ha ancora molto da dire”. Poi, guardando Giulio Base seduto in prima fila, ha ingaggiato una divertentissima gag: “Giulio, poi devi dirigermi tu!”.

claudio bisio

Io lui lo volevo, un tempo l’ho chiamato, poi non se ne è fatto più nulla”, ha detto Base abbracciando l’amico Bisio. “Chissà che ora che ci siamo visti non riusciamo a recuperare”.

Ad aprire il parterre di ospiti sono stati i due registi del film di chiusura, Cristiano Bortone e Daniela Porto, autori de Il mio posto è qui, tratto dall’omonimo romanzo di esordio della stessa Daniela Porto.

Il mio posto è qui racconta una storia di emancipazione femminile ambientata in un periodo molto complesso della storia italiana. Da una parte c’è grande fermento politico in attesa delle elezioni del 1946 in cui le donne potranno votare per la prima volta, dall’altro c’è l’effettiva realtà quotidiana su cui pesa molto l’eredità fascista e l’opprimente condizione imposta da una società patriarcale di stampo medievale.

“Ci piacerebbe pensare che questa storia possa dare il suo contributo perché le donne possano superare pregiudizi e violenze di questo tipo”, ha dichiarato la regista sul palco.

Porto e Bortone hanno raccontato il singolare rapporto di coniugi sul set, che ha fatto sì che si instaurasse una peculiare complicità e una divisione dei ruoli che ha portati molti benefici al film.

Ringraziando il Pesidente della Calabria Film Commission Anton Giulio Grande, Cristiano Bortone e Daniela Porto hanno promesso di tornare a girare in Calabria, in particolare a Gerace, per la grande accoglienza e la facilità di lavoro che hanno riscontrato sul territorio.

Di seguito tutti i premi dell’undicesima edizione del LIFF – Lamezia International Film Fest:

COLPO D’OCCHIO – CONCORSO INTERNAZIONALE FEATURE FILM
Miglior film – TRACES di Dubravka Turic

COLPO D’OCCHIO – CONCORSO INTERNAZIONALE CORTOMETRAGGI
Miglior film – NIGHT SHOWS di Anand Sapin
Miglior regia – WINGS di Fivos Imellos
Miglior attore ex aequo – GIANCARLO PORCACCIA da Il re Del Panino, ANTONIO GUERRA da a Piedi Nudi
Miglior attrice – Jamak Sotoudeh da My Name is Aseman
Miglior sceneggiatura – VINCENZO GIORDANO per La notte è un giorno dispari
Premio Speciale della giura – LAS MEMORIAS DE LOS ARBOLES di Antonio La Camera
Premio Antonio Saffioti per il sociale – SUPERGIÒ di Gianni Aureli

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