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Talarico: il report di “Save the children” conferma quanto ingiusto ed iniquo sia questo Paese

3 min di lettura
antonio talarico

Le speculazioni sulla ripartizione della spesa pubblica, che sta limitando lo sviluppo del Mezzogiorno, non si arrestano neanche davanti alle necessità dei più fragili: i bambini meridionali e le loro mamme considerati, come cittadini di serie B, fin dal concepimento

Comunicato Stampa

Quello che emerge dal rapporto di Save the children è la fotografia di uno Stato che per garantire il benessere dei bambini del Nord priva i bambini del Sud dei diritti essenziali.

Diritti inalienabili che l’Italia, paese membro, oltretutto, delle Nazioni Unite, attraverso la sua carta costituzionale si è impegnata a rispettare ma che in realtà, nonostante abbia una figura di garanzia come il presidente della Repubblica che dovrebbe vigilare sull’applicazione della stessa, viola costantemente questi diritti.

Nello specifico si inizia dal concepimento, sia la mamma che il futuro nascituro al Sud non hanno le strutture sanitarie adeguate per affrontare serenamente la gravidanza. Emergono, inoltre, altri dati sconcertanti, i bambini affetti da patologia, nel 70% dei casi, devono affrontare il “viaggio della speranza” verso struttura sanitarie più attrezzate.

Una situazione questa che provoca anche un disagio psicologico che complica ancora di più la situazione. Ma il dato che non si può tollerare è la differenza di aspettativa di vita in buona salute tra un bambino nato al nord e un bambino nato al sud, quest’ultimo ha oltre 11 anni di buona salute in meno rispetto a chi è nato al nord.

Inoltre dalle infografiche presenti nell’atlante del minore, la Calabria ha un tasso di moralità infantile più alta d’Italia pari al 4,30%.

Purtroppo tutto questo avviene grazie alla complicità di una classe dirigente eticamente compromessa che ubbidisce cecamente alle segreterie politiche oramai nelle mani della lobby affaristica a trazione tosco padana che continua a drenare le risorse destinate al Sud per mantenere attivo un modello di sviluppo che non funziona.

Questo atteggiamento di sottomissione è sotto gli occhi di tutti: i parlamentari meridionali non sono riusciti a conquistare neanche il più insignificante dei ministeri per non parlare della politica territoriale rappresentata dai sindaci, anche loro completamente assenti. Forse, nella speranza di una candidatura di prestigio, non vogliono compromettersi.

Da parte loro, nonostante i giornalisti abbiano dato pieno risalto alla pubblicazione del report in questione, non c’è stata nessuna reazione che conferma ancora una volta, semmai ce ne fosse bisogno, che il sud è una colonia interna e come tale i cittadini che vi abitano, vengono trattati semplicemente da colonizzati.

Davanti a tutto questo non bisogna arrendersi: rivendicare i diritti per i propri figli è un dovere di tutti i genitori. Chi tace acconsente.

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