Talerico: Antindrangheta, necessaria riflessione su Legge Regionale n. 09/2018
3 min di letturaOggi ho partecipato quale componente alla seduta della Commissione consiliare (Regione Calabria) contro il fenomeno della ‘ndrangheta, della corruzione e dell’illegalità diffusa, discutendo delle criticità della Legge Regionale n. 09/2018 di riferimento, dell’importo delle risorse disponibili e delle modalità attuative
Comunicato Stampa
Del resto, fino ad oggi anche le esigue risorse non sono state spese anche per una non facile applicazione delle norme.
Ecco perchè probabilmente una riflessione sulla modifica della Legge andrebbe fatta, per renderla concretamente applicabile.
Dobbiamo capire perchè le azioni promosse non hanno avuto quell’impatto che si prospettava.
Le misure economiche previste per le vittime non trovano grande partecipazione e se ciò non avviene in una Regione come la nostra, vuol dire che dobbiamo subito interrogarci sulle motivazioni e sulle ragioni di tale sostanziale “indifferenza”.
Dobbiamo dare dei segnali concreti per non smentire la funzione stessa della Commissione, ad esempio convocando qualche seduta della Commissione Contro il fenomeno della ‘ndrangheta anche in quei territori dove alta é la percezione della presenza delle associazioni criminose.
Si aggiunga poi che anche le esigue risorse disponibilo -per i meccanismi contenuti nella Legge – non sono facilmente spendibili.
Ad ogni modo sono tante le criticità emerse nel corso del dibattito, anche rispetto ai procedimenti di assegnazione, alla concreta gestione dei beni confiscati alla ndrangheta, che però si scontrano con la burocrazia e, quindi con tempi ancora troppo lunghi per la loro assegnazione e uso.
Occorrerebbe un processo di assegnazione, frutto di uno studio e di una corretta valutazione dei dati e delle informazioni, solo così potremmo riuscire ad aiutare i singoli Comuni per un più efficace sfruttamento dei beni.
A tal proposito si è inteso creare uno schema di convenzione per coinvolgere anche le Università.
L’altro tema che è stato affrontato è quello di chi debba sopportare le spese di gestione dei beni confiscati e assegnati, anche rispetto agli interventi di manutenzione ordinaria e/o straordinaria. Dobbiamo, quindi, individuare le priorità e le modalità di gestione dei vari beni immobili e dei terreni agricoli disponibili a seguito delle confische, essendovi tra l’altro alcune tipologie di beni che sono più facilmente gestibili e utilizzabili.
Nel mentre i beni strumentali o beni mobili vengono generalmente assegnati alle Forze dell’Ordine.
Restano comunque le criticità delle norme contenute nella Legge n. 9/2018 adottata per la prevenzione e il contrasto del fenomeno della ‘ndrangheta, che necessita di una riforma importante anche con riferimento alla scarna disciplina della assegnazione e gestione dei beni confiscati.
Resta poi da prevedere maggiori risorse per la programmazione, per la gestione e per i fondi di ristoro delle vittime da reato (criminalità organizzata, usura, etc…), essendo esigue e mortificanti le attuali previsioni (sino ad un massimo di euro 15.000), ed un maggiore coinvolgimento delle varie Istituzioni, Enti e associazioni territoriali, con valorizzazione dei percorsi all’interno delle scuole per educare le giovani leve alla Legalità.