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Tansi: “Amalia Bruni, che delusione!”

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Carlo Tansi ringrazia i sindaci calabresi

Dopo l’alleanza sbagliata con de Magistris – che ha utilizzato la Calabria per sistemare il fratello Claudio come portaborse (… a Luigi è andata male, non essendo stato eletto) – ho preso coscienza di aver commesso un altro clamoroso errore: sostenere Amalia Bruni a candidato presidente della regione. Presa di coscienza che voglio manifestare a un anno esatto dall’alleanza con la Bruni

comunicato stampa

 

Dopo l’alleanza sbagliata con de Magistris – che ha utilizzato la Calabria per sistemare il fratello Claudio come portaborse (… a Luigi è andata male, non essendo stato eletto) – ho preso coscienza di aver commesso un altro clamoroso errore: sostenere Amalia Bruni a candidato presidente della regione. Presa di coscienza che voglio manifestare a un anno esatto dall’alleanza con la Bruni.

Ho commesso questi errori perché mi sono affacciato alla politica, per la prima volta, da poco più di due anni. L’ho fatto in buona fede e a viso aperto. Avrei tanto voluto quella stessa esperienza maturata in oltre 30 anni nel riconoscere le frane o le aree a rischio sismico, per riconoscere certe persone che ritenevo sincere nel manifestare l’interesse per le sorti della Calabria, mentre in realtà badavano solo ad essere elette consiglieri regionali e incassare uno stipendio netto di 15.000 euro al mese. Bruni e De Magistris cercavano in me non un riferimento ideologico con cui cambiare la nostra Terra, ma uno strumento utile esclusivamente alla loro campagna elettorale. Approfittando della mia buona fede, hanno saccheggiato quei 60.000 voti liberi che alle elezioni del 2020 mi avevano portato, senza finanziatori e senza attaccare un solo manifesto, a un successo tanto clamoroso quanto inaspettato contro i poteri forti calabresi e a un soffio da una storica elezione in consiglio regionale.

Come per de Magistris, mi ero illuso che la collega scienziata Amalia Bruni – eccellenza mondiale nel campo della Medicina – con la sua competenza potesse risollevare le sorti della nostra sgangherata Sanità. Mi ero illuso che con Amalia potessimo vincere le elezioni e governare la Calabria con la prospettiva della pioggia di miliardi del Recovery Fund – da sottrarre alla solita destra affarista – che avrebbe consentito di riscrivere la storia della nostra Terra e favorirne il decollo, dando speranza alle nuove generazioni.

E invece no! Nei dieci mesi da quando è stata eletta, Amalia è stata assente dalla scena politica calabrese, fatta eccezione per qualche sterile comunicato stampa di facciata. Nessun documento tecnico propositivo nel campo della sua materia per risollevare le sorti della nostra Sanità. Nessuna contestazione all’inquietante e inconcludente sistema di potere assoluto, mai avuto da un presidente di regione in Calabria, messo in campo da Occhiuto e dai suoi sodali nel campo della Sanità. Che delusione! Non solo la pavida Bruni, ma nessun altro consigliere si è degnato di opporsi allo strapotere di questa casta, che oggi ha raggiunto l’apice della sua potenza da quando è nata la Regione Calabria (1970). Nessuno ha mosso un dito, neanche i tanto facinorosi quanto inconcludenti consiglieri 5 Stelle o ai paladini della giustizia della coalizione de Magistris, eccetto qualche rara iniziativa di Ferdinando Laghi. Coloro che dovevano rappresentare il nuovo si sono perfettamente omologati a quel sistema trasversale destra-sinistra da decenni impera nella regione che io chiamo PUT (Partito Unico della Torta, termine da me coniato). Esattamente come da decenni continua a fare quel PD che mi ero illuso di rigenerare, nella coalizione di cui facevo parte, imponendo quel mio “Codice etico” che alle ultime regionali avevano sbarrato la strada alla candidatura di vecchi tromboni della politica calabrese (come Carlo Guccione e altri) che per più di tre volte avevano ricoperto il ruolo di consigliere regionale oppure a “figli di, mogli di, e parenti di consiglieri uscenti o di politici nazionali ” oppure a chi aveva problemi con la giustizia.

E a proposito di PD, voglio precisare che alle ultime regionali non ho appoggiato il PD – come ha cercato di far credere certa stampa venduta al soldo di certi potentati politici – ma Amalia Bruni, che non era la candidata del PD ma una candidata civica presentatasi con una sua lista civica. E questa mia presa di distanza dal PD è risultata evidente alle concomitanti elezioni comunali di Cosenza, quando non ho appoggiato il candidato del PD Franz Caruso ma ho sostenuto una candidata civica. Ma col senno di poi, ho capito che la Bruni era di fatto completamente funzionale al PD che si era servita di lei anche per neutralizzare la potenza del movimento civico Tesoro Calabria, che avevo creato dal nulla. Movimento che rischiava di creare terremoti nella vecchia e stantia politica pseudo-progressista calabrese.

Illusioni su illusioni. Errori su errori. Li ho commessi, è vero! Come potrei negarlo? Ma in buona fede e nell’esclusivo interesse della mia Terra, buttandomi a capofitto contro quel sistema politico, nefasto e delinquenziale, responsabile del mancato decollo della regione più bella e potenzialmente ricca d’Italia. Sistema che ho ben conosciuto e mi ero illuso di aver sconfitto pochi anni fa alla guida di quella Protezione Civile regionale che, con passione e sacrifici immani, avevo bonificato e risollevato dalle ceneri, mettendo in campo tutta la mia esperienza e le mie conoscenze scientifiche. Sistema che poi però è tornato prepotentemente alla ribalta sottraendomi quella creatura di cui andavo orgoglioso e che era diventata un virtuoso modello di riferimento per molte regioni d’Italia. Mi ero illuso di poter stravolgere la regione Calabria, così come avevo fatto in qualità di direttore della Protezione Civile, illudendomi che, alleandomi con una persona di alto profilo come Amalia Bruni e vincendo con lei le elezioni, avrei potuto combattere il PUT da una postazione di comando e non da una posizione marginale.

Ma l’inesperienza politica mi ha portato a compiere errori di valutazione. E i Calabresi non hanno compreso questa mia strategia politica – tanto approssimativa quanto genuina e sincera – messa in campo per cambiare con tutto il mio cuore la Terra che amo. I Calabresi non mi hanno perdonato di non vedermi più come quello che voleva rompere il sistema, ma mi hanno percepito come quello che era entrato a far parte di quel PUT che avevo sempre combattuto, soprattutto quando guidavo la Protezione Civile.

Io ho molta esperienza come tecnico e ricercatore, ma ho poca esperienza e malizia politica. Ma mi sto facendo le ossa sul campo in questa torbida arena che è la politica calabrese e farò tesoro di tutti gli errori che ho commesso. Insieme ai sostenitori del movimento Tesoro Calabria, che dopo le elezioni ho bonificato da gentaglia che credeva di utilizzarlo per interessi personali, voglio continuare a lottare per la Terra di cui sono innamorato, con il sostegno dei calabresi che vogliono il reale cambiamento e che, sono certo, perdoneranno i miei errori. E continuerò a farlo riconsegnando a Tesoro Calabria quell’indole genuina e puramente civica con cui è nata e con la quale sconfiggeremo il PUT.

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