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Tansi: differimento del voto a dopo l’estate lesione della democrazia

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E’ diventata assolutamente intollerabile, sotto il profilo costituzionale e politico, la situazione amministrativa in cui versa, ormai da cinque mesi, la nostra Regione governata da un presidente facente funzioni, Nino Spirlì, e da una giunta provvisoria, i quali dovrebbero secondo legge limitarsi ad attività ricomprese entro gli stretti limiti degli “affari correnti” e che invece continuano a spacciare per ordinaria amministrazione l’elargizione di prebende, incarichi  e nomine di chiaro stampo clientelare, nell’assordante silenzio di tutti i consiglieri

Comunicato Stampa

Soprattutto di quelli che, anche in regime di ‘prorogatio’ e in attesa di nuove elezioni, dovrebbero assolvere alla delicata funzione dell’opposizione democratica.

L’emergenza sanitaria legata alla pandemia in atto ha giustificato il differimento delle elezioni dallo scorso 14 febbraio al prossimo 11 aprile e si potrebbe persino comprendere, sempre per gli stessi motivi, un ulteriore spostamento della data per il ritorno alle urne entro la fine della primavera ventura, ma non oltre perché se si arrivasse all’estate o addirittura al cosiddetto ‘semestre bianco’ ciò costituirebbe un oltraggio alle più elementari regole di gestione della cosa pubblica.

Non può infatti sfuggire al Governo Draghi, unica autorità legittimata a differire ulteriormente le Regionali, che la proroga del regime di ordinaria amministrazione in capo a un Esecutivo decaduto a causa della morte del precedente governatore eletto, penalizzerebbe oltremodo la regione più povera d’Italia.

Che non potrebbe programmare né utilizzare le risorse del Recovery Fund e pianificare ogni altra attività finalizzata allo sviluppo socio-economico e alla salvaguardia di un territorio martoriato dal dissesto idrogeologico, dall’inquinamento ambientale e da una rete infrastrutturale assolutamente inadeguata alle esigenze di mobilità e sicurezza interna.

Auspichiamo allora che il Premier, anziché dar seguito alle richieste di alcuni settori del quadro politico allo stato dominante, che in Calabria presentano evidenti difficoltà di organizzazione e proposta, voglia confermare l’11 aprile come data del voto o, quantomeno, se il pericolo Covid lo richiedesse, fissarne una nuova entro la prossima primavera, ripristinando nella nostra regione le regole di gestione democratica garantite dalla Costituzione.

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