Tifosi a Saladini: consegni la Reggina alla Città
4 min di letturaRiceviamo e pubblichiamo l’appello del gruppo organizzato H224 al presidente della Reggina, Felice SaladiniDi seguito la nota:
In questa triste circostanza, forse giunge il momento di organizzare qualcosa, al di là degli steccati ideologici affinché a Reggio il calcio non scompaia, così come un’agonizzante e morente Città.
Abbiamo appreso con vero piacere quanto proposto da Giuseppe Falduto, personaggio noto a Reggio e non solo. A tal riguardo ben venga l’invito rivolto all’imprenditoria reggina indirizzato ad un progetto meritorio per non porre la parola fine al calcio in Città.
A tal proposito ci permettiamo di suggerire a tale proposta un arricchimento e/o allargamento della stessa: l’azionariato popolare, coinvolgendo, così anche i tifosi, i club organizzati, i semplici cittadini, quindi allargare la proposta a tutto il territorio provinciale, affinché lo stesso non sia più oggetto di conquista e/o saccheggio da nuovi lanzichenecchi e/o traffichini rampanti ed opportunisti. Senza dilungarsi troppo sul tema dell’azionariato popolare si rimanda a quanto riportato qui dove, nella stessa vengono riportati diversi spunti interessanti relativi al tema.
Premesso doverosamente tutto ciò corre l’obbligo morale e culturale ricordare e far ricordare diversi episodi che si sono verificati nell’arco di questa allucinante stagione, caratterizzati da sorrisi, slogans e tante giacche e cravatte.
A dire il vero l’allegra armata che si è posta alla guida della nostra Reggina non ci è mai piaciuta, supportata anche da diversi episodi che si sono verificati nel corso dell’ultimo campionato, circostanze conosciute da tutti e che devono far riflettere così come le maramaldate di altri personaggi confinanti con il nostro territorio ed altri posti un po’ più a nord con quello con cui il territorio di Reggio lambisce lungo la fascia jonica.
Sarebbe interessante, sempre che ci siano i tempi logicisti che le due amministrazioni locali (Comune e Città Metropolitana) , si costituiscano in autotutela contro coloro che con il loro atteggiamento hanno provocato danni all’immagine del territorio sia dal punto istituzionale, geografico che della popolazione e della tifoserie, richiedendone, ove ve ne siano gli elementi, i danni morali e materiale, visto che, per chi non l’avesse capito o aver fatto finta di non capire, questo status quo è un marchio che porteremo addosso, nostro malgrado.
Un velo pietoso, invece alle varie passerelle, del faremo et similia, si ricorda quanto verificatesi in quel di piazza Duomo in Reggio Calabria. Si potrebbe parlare anche di alcuni accadimenti nel corso dell’ultimo campionato (vedi Benevento-Perugia, ad esempio) ma anche il caso Lecco, o l’andamento delle linee guida di Coni, Figc, magari questo sarà oggetto di una prossima nota.
Ritornando al tema di questa nota, qualcuno si dichiara stupito dai risultati del TAR del Lazio e che vorrebbe continuare il suo percorso al Consiglio di Stato ed addirittura alla Corte Europea: finiscila con questa sceneggiata, consegna la Reggina alla Città, in modo che si possano gettare le basi (solo reggini) per un nuovo percorso, presumiamo il campionato di Eccellenza, ma questo non rappresenta un problema, in quanto a chi tiene ai colori amaranto la categoria non interessa.
Al personaggio in giacca e cravatta, insieme al suo entourage diciamo che sono indesiderabili e non degni di questa Città, che erroneamente ha pensato che con l’arrivo di questi nuovi messia, lungo l’asse Cosenza, Lamezia, e di recente di Roma, a nuovi “buoni samaritani”, dimenticando che quest’ultimi si trovano solo sulle pagine sacre del Vangelo secondo Luca 10,25-37.
Senza nessuna nota polemica, anche se la nota potrebbe assumere tali coordinate di pensiero, questo è quanto ci sentiamo di dire.
Ci si augura che nei prossimi giorni si possa mettere in moto la macchina organizzativa, in modo da voltare pagina in modo definitivo, ed aprire un nuovo capitolo della storia della nostra AS REGGINA 1914.
In ultimo, ma non per ultimo, chiediamo scusa, per colpe non nostre, a chi si è impegnato sputando sudore e sangue per tenere alto il nome della nostra squadra, se non fosse chiaro, ci rivolgiamo ai calciatori tutti ed a mister Filippo Inzaghi.
Che questo non sia un addio ma un arrivederci.