Tina Anselmi, dibattito al De Fazio con la scrittrice Anna Vinci
3 min di letturaNella ricorrenza della Giornata Internazionale della Donna gli studenti dell’Istituto Tecnico Economico “Valentino De Fazio” nel corso di un incontro, introdotto dalla docente Liliana Piricò, con la scrittrice Anna Vinci hanno discusso sul suo libro “Storia di una passione politica” nel quale emerge una donna coraggiosa e determinata nella difesa dei diritti acquisiti dalle donne e quindi punto di riferimento per i giovani lungo il cammino della loro vita.
Prima donna ad aver rivestito la carica di ministro della Repubblica Italiana, Tina Anselmi nasce nel 1927 a Castelfranco Veneto in una famiglia cattolica e muore nella sua abitazione all’età 89 anni il 1° novembre 2016 dopo aver compiuto il suo progetto di vita all’insegna della rettitudine, della moralità e della fede e essersi battuta per l’emancipazione femminile.
Il libro di carattere biografico, con la prefazione di Dacia Maraini, trae la sua origine da un’intervista rilasciata da Tina Anselmi all’autrice atta a tracciare un ritratto puntuale del grande personaggio dedito ad un lavoro che non trovava sosta neanche davanti a difficoltà o preconcetti.
«Onesta intellettualmente e corretta politicamente, cattolica liberale praticante, Tina Anselmi si è impegnata dentro la Dc, ma il suo credo religioso non sarà mai un ostacolo alla comprensione e al giudizio» ha affermato la scrittrice Anna Vinci sottolineando la forza d’animo e la coerenza che Tina Anselmi dimostrava anche di fronte a tremendi spettacoli come l’impiccagione di un gruppo di giovani partigiani, cui dovette assistere all’età di diciassette anni: era il 26 settembre 1944.
Di fronte a simili situazioni di estrema violenza da parte dei nazifascisti Tina Anselmi reagì senza venir meno ai valori della libertà e della pace. Partendo da qui Anna Vinci ha impartito agli studenti una lezione appassionata sulla bellezza della politica al servizio dell’uomo che Tina Anselmi, Madre d’Italia, ha perseguito nella sua lunga vita.
Pertanto ne ha descritto i momenti più significativi come l’esperienza di staffetta partigiana (con il nome di Gabriella) che suscitò in lei l’interesse per l’attività politica, il ruolo espletato nell’ambito della Democrazia Cristiana e del sindacato, il ruolo rivestito nel rapimento di Aldo Moro durante il quale fu chiamata a fare da tramite tra la famiglia e il partito, la presidenza della Commissione parlamentare di inchiesta nella Loggia massonica P2.
Alla luce di tanta integrità ed eticità, Anna Vinci ha additato Tina Anselmi ai giovani come modello femminile da imitare « perché nella nostra vita – ha spiegato – abbiamo bisogno di un punto di riferimento.
Era una donna che conosceva se stessa ed aveva il senso del proprio valore ed scelse la Resistenza per l’amor per la vita». Anche la blogger Ippolita Luzzo ha indicato Tina Anselmi come figura di riferimento a cui vorremmo somigliare invitando gli studenti a «non perdere i diritti che abbiamo acquisito, a vigilare specie in questo momento storico in cui ci vengono tolti i diritti conquistati.
Noi abbiamo una guerra silenziosa – ha sostenuto – che tende a togliere la nostra identità di essere donne, la nostra dignità, il rispetto, la stima».
Da qui «la necessità di intervenire e riflettere di fronte a persone che hanno sacrificato la vita per darci la Costituzione garanzia di libertà e felicità» ha concluso la docente Concetta Ruberto incoraggiando gli studenti ad approfondire l’argomento trattato con opportune ed acute domande ai relatori.
Lina Latelli Nucifero