Al Tip Teatro Valentina Arichetta porta in scena la vita di Tina Anselmi, donna di fede e di politica
3 min readOspite del reading il cantastorie Otello Profazio
LAMEZIA. I capelli arruffati, il viso rigorosamente senza trucco, una camicia bianca e nera che scende scomposta su un gonnellone lungo e scuro, ai piedi due calzette rosse infilate in due scarpe basse consumate. L’attrice reggina Valentina Arichetta veste i panni della partigiana Gabriella, al secolo Tina Anselmi, donna di fede e di politica che ha lasciato un segno nella storia d’Italia del Secondo Dopoguerra.
Sul palcoscenico del Tip Teatro a Lamezia con l’interpretazione di Valentina Arichetta prendono forma e anima alcuni passi del libro “Tina”, biografia ufficiale di Tina Anselmi.
Uno spaccato di vita che racconta a tutto tondo la passione e il coraggio di una giovanissima donna che prende parte attiva alla Resistenza. Una storia di vita e di amor patrio raccontati senza retorica, senza orpelli, con un linguaggio asciutto e diretto, perché la guerra deve essere raccontata così com’è: non c’è spazio per fronzoli e leziosità di sorta. E, questa essenzialità, Valentina Arichetta la incarna in pieno.
La sua voce graffiata trasporta gli spettatori del Tip negli anni della guerra e della Resistenza. E sembra proprio di vederla Tina, con la sua figura forte, con la sua semplicità. I ricordi, le riflessioni narrate da Anna Vinci vengono intramezzati dai brani musicali di Luca Coschino e Francesco Giampà che suonano chitarra e mandolino. Il primo brano che scelgono è “Bella ciao” e i brividi corrono lungo la schiena, il pathos diventa sempre più forte, gli artisti sul palco e il pubblico diventano una cosa sola.
La storia di una passione politica scritta nel libro diventa plastica espressione e nella mente di chi assiste al reading si materializza un’epoca che l’attrice e i musicisti riscoprono e ripropongono con grande maestria. La partigiana Gabriella rimane un simbolo per i cattolici, per i combattenti, per quelli che hanno fatto politica in passato. Chi dice, oggi, di voler operare per il bene comune dovrebbe andare a rileggersi ciò che l’Anselmi ha fatto nella sua vita, riflettendo anche su come l’ha fatto: sulla sua integrità morale, sul suo spirito di servizio profuso nella lunga attività politica.
Una figura emblematica che l’autrice Anna Vinci, intervenuta telefonicamente prima dell’inizio del reading, ha brevemente ricordato invitando tutti a diffondere l’esempio di Tina alle nuove generazioni. Lo spettacolo è stato introdotto dalla blogger Ippolita Luzzo che ha anche spiegato il particolare allestimento scenografico voluto per il reading: piccoli aeroplani di carta e mezze angurie svuotate per ricordare l’infanzia della giovanissima Tina.
A suggellare la bravura dell’attrice e dei musicisti sul palco è Otello Profazio, il cantastorie per eccellenza. La Calabria antica, semplice ed essenziale, rugosa e povera, è riaffiorata nelle note dei suoi canti popolari. Una presenza, la sua, che ha creato quel valore aggiunto ad un lavoro teatrale che ha unito il nord e il sud d’Italia: la partigiana nata in Veneto e il cantastorie calabrese doc.
Una bravissima attrice e due straordinari musicisti, giovani artisti che con il loro talento mostrano al mondo che, oggi più di ieri, c’è bisogno di passione e di coraggio anche se la guerra è finita da un pezzo.
Redazione