Torna il 14 Giugno la tradizionale processione di Sant’Antonio
4 min di letturaUn evento molto atteso che a causa della pandemia era andato in momentaneo stand-by e che ora ritorna per la gioia di tanti devoti del Santo, dei padri Cappuccini, degli Statuari di Sant’Antonio
Anche quest’anno la processione sarà trasmessa in diretta TV e streaming da Essetivu e sarà condotta da Massimo Mercuri con il commento liturgico di Giampiero Scarpino e Maria Scaramuzzino, mentre le interviste ai fedeli che partecipano alla processione saranno curate da Massimo Iannicelli.
Ed è proprio Giampiero Scarpino che in ” breve” ed in esclusiva ci anticipa alcuni argomenti che saranno trattati nel commento liturgico.
“Nato il 1195 Fernando da Buglione lo conosciamo fidanzato e guerriero. Lo ritroviamo sacerdote Agostiniano a Santa Cruz a Coimbra. La sua vita cambia con l’arrivo dei Francescani in Portogallo e con i 5 frati che tornano Martiri dal Marocco.
Fernando diviene Francescano prendendo il nome di Antonio (da Sant’Antonio abate) e va alla ricerca del martirio andando a predicare in Marocco.
Ma la volontà di Dio era ben diversa ed il frate sacerdote Antonio si ritrova naufrago in Sicilia, in cammino con altri frati verso Assisi per il capitolo generale dei francescani nel 1221. Alla fine del suo peregrinare eccolo semplice fraticello a Montepaolo di Forlì.
Abbraccia totalmente la povertà e l’umiltà del quasi coetaneo Francesco d’Assisi ma un giorno dovette necessariamente dedicarsi alla predicazione. Da quel momento divenne un grande predicatore, Francesco ne apprezza la sua figura molto ricca di studi e di cultura chiamandolo “mio Vescovo” e Antonio riceve anche l’incarico di Ministro provinciale del nord Italia, con molta probabilità nel triennio 1227-1230 oltre ad incarichi importanti nel sud della Francia.
Gregorio IX lo chiama a predicare ai cardinali ed al Clero di Roma. Nel 1231 a soli 36 anni torna a Padova dove era la sua “dimora” abituale, predica anche in cima ad un noce a Camposampiero.
Venerdì 13 giugno 1231 viene colto da malore. Deposto su un carro trainato da buoi, viene trasportato a Padova, dove lui stesso chiede di poter morire.
Giunto però all’Arcella, un borgo alle porte della città, mormorando le parole “Vedo il mio Signore”, spira all’età di circa 36 anni.
Una vita fantastica abbracciata totalmente a Cristo, che lui vede Crocefisso, lo vede nell’esempio di Francesco e Chiara, nella povertà Francescana e in tutti quelli che ascoltano le sue predicazioni. Antonio incarna le Beatitudini Evangeliche, i doni dello Spirito Santo, i talenti che il Signore gli dona e come San Paolo potrebbe affermare che Cristo vive in lui e lui vive per Cristo.
Predicazione, dedizione ai poveri, ottima guida in diverse comunità ed infine la ricerca continua del Signore nel chiedergli la grazia per poter fare miracoli, e di miracoli ne farà tantissimi. Il Santo dei Miracoli, puro come il giglio, innamorato del Vangelo e del Bambino Gesù che riesce a tenere tra le braccia in una visione presso il conte Tiso. Papa Pio XII nel 1946 lo proclama Dottore della Chiesa.
Cosa ci insegna Antonio da Padova: amare sempre, avere fede, vivere i sacramenti, confidare sempre nel Signore, pregare il più possibile ed infine vivere per i poveri e testimoniare il Vangelo. Che si possa definire il San Paolo del 1200 penso proprio di sì.
Predica come San Paolo viaggiando il più possibile e mentre Paolo si dedicava ai pagani, greci, corinzi, romani etc, Antonio comincia a predicare nella Romagna, prosegue nell’Italia settentrionale, usa la sua parola per combattere l’eresia (è chiamato anche il martello degli eretici), catara in Italia e albigese in Francia, dove arriverà nel 1225 e sarà custode a Limoges. Un altro obiettivo di Antonio era combattere l’usura.
Questa è solo una piccola parte perché la vita di Sant’Antonio è ricchissima di eventi. 36 anni tracciati in lui da Gesù Cristo, dallo
Spirito Santo e dal Serafico Padre San Francesco. La sua santità nella vita è confermata dalla Chiesa.
Gregorio IX lo proclama santo nel 1232 neanche ad un anno dalla morte. Gregorio IX fu il pontefice che canonizzò Francesco di Assisi il 16 luglio 1228, Antonio di Padova il 30 maggio 1232 e Domenico di Guzmán il 3 luglio 1234
“Questo è solo un accenno. Di Antonio da Padova si potrebbe scrivere e parlare per giorni forse anche mesi.”
Molti mi chiedono se sono devoto a Sant’Antonio? Si non solo cerco di essere devoto ma ne sono innamorato come amo San Francesco e Santa Chiara di Assisi. Erano persone come noi che hanno scelto e perseverato seriamente sulle vie del Signore e che da ricchi si sono fatti poveri come Cristo sulla Croce.