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Totò, cinquant’anni senza il Principe della risata

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Il suo nome per intero era Antonio Griffo Focas Flavio Angelo Ducas Comneno Porfiro genito Gagliardi de Curtis di Bisanzio, ma per tutti lui era semplicemente Totò. Cinquant’anni fa si spegneva a Roma il principe De Curtis, uno dei più grandi e indimenticati artisti teatrali e cinematografici italiani, simbolo del Bel Paese nel mondo.

Nato il 15 febbraio 1898 a Napoli nel rione Sanità, il Principe della risata, in quasi mezzo secolo di attività, è stato protagonista di oltre cinquanta spettacoli teatrali e di circa un centinaio di pellicole cinematografiche. La sua carriera teatrale nel varietà comincia nel primo dopoguerra. Divenuto presto popolare per la sua comicità, nel 1947 Totò esordisce nel grande schermo con il film “I due orfanelli”. Forte di una mimica facciale irresistibile, il barone fu protagonista di alcune delle pellicole più famose del cinema italiano quali “Napoli milionaria”, “47 morto che parla”, “Totò a colori”, “Un turco napoletano”, “Totò, Peppino e la… malafemmina”, “I soliti ignoti” e “Totòtruffa 62”, solo per citarne alcuni dei più celebri. Tante pure le canzoni e le poesie scritte dal Principe.

L’ultimo poeta del palcoscenico muore la mattina del 15 aprile 1967 a 69 anni, stroncato da un infarto. «Mi sento male. Portatemi a Napoli» dirà avvertendo la fine.

Tre furono i funerali a lui dedicati e tutti enormemente partecipati: uno a Roma alla chiesa di Sant’Eugenio, uno nella sua Napoli e un terzo, un mese dopo la morte, nel quartiere Sanità, il suo rione natale. Doloroso l’elogio funebre del suo compagno di tante avventure Nino Taranto: «Addio Totò, addio amico mio, Napoli, questa tua Napoli affranta dal dolore vuole farti sapere che sei stato uno dei suoi figli migliori, e che non ti scorderà mai, addio amico mio, addio Totò». Il corpo di Totò è sepolto nel cimitero napoletano di Santa Maria del Pianto, luogo dove ogni anno migliaia di fedeli si recano per lasciare biglietti e omaggi al Principe della risata, l’uomo che ha saputo raccontare con la sua impareggiabile ironia tutte le difficoltà della Napoli popolare.
Notizia di dieci giorni fa è la laurea hororis causa in Discipline della Musica e dello Spettacolo conferita ad Antonio de Curtis dall’Università Federico II di Napoli. L’immensa eredità teatrale lasciata da Totò ne fa ancora oggi, a mezzo secolo dalla scomparsa, un attore simbolo della comicità italiana, fonte di ispirazione per generazioni.

Antonio Pagliuso

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