Il travaglio dei devoti per Paravati: certezze e non parole vuote
5 min di letturaL’appello del dr. Francesco Faragò
Recarsi adesso a Paravati per i devoti che quella realtà straordinaria ricca di spiritualità l’hanno conosciuta da tempo, provoca un profondo senso di smarrimento e di tristezza nell’anima. In quell’angolo di mondo, dove fino a luglio centinaia e centinaia di credenti si recavano quotidianamente per respirare un’aria unica, oggi si incontrano poche persone dai cui volti traspare un profondo sentimento di sgomento, poiché neanche in quel posto, benché segnato da Gesù e dalla Madonna, riescono più a trovare consolazione e pace interiore come prima. E così, dopo un’insolita breve visita, ognuno torna nella propria realtà, incredulo per il clima nuovo che ha respirato, accompagnato da un forte senso di smarrimento.
Con questa nota intendo dare voce ai tantissimi devoti che, pur nel loro silenzio, si sentono feriti nell’animo perché privati di un bene prezioso di cui hanno potuto godere per lunghissimi anni: la possibilità di trovare risposte esaurienti ai profondi bisogni di spiritualità, lì proprio a Paravati. Ma lo faccio anche a nome personale perché io stesso, oltre a non essere avulso da quei bisogni, sono portatore di una esperienza diretta con la mistica di Paravati che, col suo esempio e l’offerta quotidiana della sua sofferenza, ha riflesso l’amore di Gesù, insegnandoci a metterLo al centro della nostra vita. E proprio per questo che, insieme a migliaia e migliaia di altri devoti, non posso comprendere ed accettare la decisione di Monsignor Renzo di adottare il decreto emesso il primo Agosto col quale ha vietato le attività di “Religione e culto” a Paravati, nella Villa della Gioia, proprio in uno dei posti Mariani dove la devozione alla Madonna è molto sentita. Un provvedimento questo da ritenere quantomeno dannoso per la tutta la Istituzione Chiesa e per i fedeli.
Nel nostro mondo cristiano, che è travagliato da una profonda crisi per le varie cause che tutti conosciamo, le istituzioni cattoliche dovrebbero sentire il dovere di attivarsi per promuovere ed incoraggiare le manifestazioni ed espressioni di culto animate da una fede viva. Nel nostro caso, invece, è successo il contrario: è stato fatto un divieto di culto che, stranamente, viene interrotto a piacimento di Sua Eccellenza quando è lui stesso a presiedere le celebrazioni eucaristiche (come accaduto giorno 1 Novembre ed altre volte ancora). E pensare che ciò è avvenuto nel posto che rappresenta uno dei cuori più pulsanti del cattolicesimo italiano dove, per opera della grande Mistica Natuzza, la chiesa stessa ha vissuto una delle esperienze più feconde dell’ultimo secolo in termini di conversioni e di salvezza delle anime, e dove la Fondazione “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime” ha continuato, in maniera mirabile, a portare avanti il programma già tracciato dalla stessa Mistica su indicazione della Madonna.
Il provvedimento emanato da S.E. il Vescovo è scaturito dal “rifiuto” dei soci fondatori di apportare modifiche sostanziali allo statuto della Fondazione e, per giunta, senza che nessuno abbia negato l’esercizio dei suoi diritti. Tale rifiuto, com’è umanamente ovvio, non può giustificare assolutamente la decisione di S.E. di vietare il culto. Non dobbiamo poi meravigliarci se i credenti diventano sempre più diffidenti verso le gerarchie ecclesiastiche e se queste ultime perdono di credibilità. E ancora più grave penso sia il danno che tale decisione abbia provocato alle anime, alla Fondazione, alla Chiesa stessa e, soprattutto, a Mamma Natuzza.
Vi sono, poi, altre due questioni che non sono passate inosservate agli occhi dei fedeli, causando incomprensione e amarezza: la consacrazione della nuova Chiesa e la causa di beatificazione di Mamma Natuzza, ambedue inspiegabilmente bloccate. Cosa può pensare il comune cristiano se, a distanza di due anni dalla fine dei lavori, non si procede alla consacrazione della grande Chiesa che tutti aspettiamo? Non dimentichiamo che la prima pietra è stata benedetta da San Giovanni Paolo II e, pertanto, la consacrazione doveva essere un atto dovuto e non, invece, oggetto di valutazioni varie.
In merito, poi, alla causa di beatificazione di Mamma Natuzza, abbiamo appreso in questi ultimi giorni della istituzione di una apposita commissione di studio formata da teologi. Sebbene tale notizia ci allieta, non si comprende perché la stessa commissione non sia stata nominata, come di prassi, allo scadere dei cinque anni dalla morte della Mistica. In ogni caso, tengo a sottolineare che, non solo per noi semplici devoti, Mamma Natuzza è già Santa nei nostri cuori ma anche in quelli dei numerosissimi Sacerdoti, Vescovi e Cardinali di tutto il mondo che hanno avuto il privilegio di conoscerla.
Infine, voglio richiamare l’attenzione sul fatto che non ci è sfuggito il tentativo di alcuni che, nelle ultime settimane, si sono molto prodigati attraverso gli organi di stampa e televisivi a mascherare le difficoltà che tuttora si vivono nella realtà di Paravati, a causa del famoso provvedimento del presule di Mileto. Costoro si sforzano di rassicurare i credenti con notizie tendenziose e fuorvianti, senza nessun riscontro con la realtà che rimane tuttora difficile a danno di tutti. Mi addolora che persino nel comunicato stampa della Conferenza Episcopale Calabra del 4 Ottobre 2017 si fa cenno a un “atteggiamento non ecclesiale di rifiuto della competenza canonica della Chiesa particolare nella cura animarum e sulle attività pastorali e di culto pubblico” da parte della Fondazione. Tutto questo non ha assolutamente riscontro con i fatti reali, in quanto la stessa Fondazione non ha mai inteso interferire con le competenze della Diocesi.
In questa situazione confusa, l’unica cosa che ci può dare certezza e rasserenare gli animi è la revoca del provvedimento datato 1 Agosto 2017 da parte di Sua Eccellenza Monsignor Renzo. Il popolo di Natuzza non chiede la luna, ma partecipare liberamente alla Santa messa nella Villa della Gioia, pregare con semplicità, umiltà e amore davanti alla effigie della Madonna e sulla tomba di Mamma Natuzza, non solo in date stabilite, ma in ogni giorno dell’anno perchè la sete di Dio non è a comando. Nessuno ha il diritto di toglierci ciò che gratuitamente ci è stato donato. Concludo con la speranza che, a grandi e non a piccoli passi, ci si consenta di ritornare alle condizioni precedenti all’1 Agosto e con la certezza che la Madonna da lassu’ sta finendo di ricamare una tela meravigliosa dove metterà ogni fiore al suo posto.
Dr. Francesco Faragò
Catanzaro