Triangolo aeroportuale calabro, Msi – Dn si rivolge direttamente a Oliverio
3 min di letturaMsi – Dn: il nostro è un atto politico dettato da un filo logico e da un ragionamento concreto
LAMEZIA. La sezione lametina dal Msi – Destra nazionale, tramite una nota stampa degli ultimi giorni, si rivolge direttamente a Mario Oliverio riesumando un episodio del quale lo stesso governatore si era reso protagonista all’epoca della sua presidenza della provincia di Cosenza, insieme all’allora presidente della camera di commercio e al sindaco di Scalea: si tratta della “la presa in carico della pista costruita in prossimità del fiume Lao con tutti i rischi(idrologici ed ecologici) che ne derivano.
Un opera pagata dal Ministero del Tesoro, Bilancio e Programmazione economica; costo finale dell’operazione 12.774.748,21 euro, lavori parzialmente finanziati dal POR Calabria 207 del 2013, FESR (fondo europeo per lo sviluppo regionale) con l’inserimento del PISL(pacchetti integrati viluppo locale)sistema turistico – riviera dei Cedri (zona Cosenza).
Una pista edificata per lo sviluppo dell’aviosuperficie (collegamenti di aerotaxi) già erosa dalle acque del fiume, ma di sviluppo aviosuperficie e di arrivi e decolli aerotaxi neppure l’ombra.
Il pseudo Aeroporto di Scalea, sigla LICK, avrebbe una pista lunga 1975 metri e larga 30 per possibili aeromobili per 80/100 passeggeri. (ATR 42-70 e EMBAR 190-195).Struttura mai decollata e nonostante sia inattiva, ha un costo, come normale manutenzione, di circa 30 mila euro annui.
Forse è stata usata da qualche ‘bi-posto’ da aeroclub, con atterraggio a vista senza l’ausilio del radar e delle varie strumentazioni necessarie,totalmente mancanti”.
Il Msi – Dn, alla luce di quanto fin qui illustrato, chiede pertanto ad Oliverio di illustrare le sue attuali intenzioni in merito al triangolo aeroportuale calabro sia per quel che concerne le zone geografiche che le sacche di utenza.
Il gruppo politico sostiene che la propria presa di posizione sia “un atto politico dettato da un filo logico e da un ragionamento concreto in cui certe scelte, già consumate, stridono pesantemente con il sociale, del resto se siamo in errore, sarebbe il caso di chiarirci i fatti e farci sapere se esiste ancora quel pool di imprenditori che avrebbero intenzione di creare una società e gestire la pista da privati e a propri spese”.
Ciò detto, il Msi – Dn conclude affermando che l’epilogo di tale vicenda è “il dramma odierno di tre aeroporti, uno chiuso, l’altro funzionante al 90% e l’ultimo su cui volano aeromobili ma anche tanti conti in rosso.
La pista di Scalea non è una struttura affidabile, lo sappiamo tutti (censurata pesantemente anche dagli ambientalisti e dalla stampa), eppure continua ad essere una macchina divora fondi che potrebbero e dovrebbero essere impiegati per il rilancio effettivo di quello che esiste e resta del triangolo aeroportuale”.
Redazione