Un tunnel sottomarino tra la Calabria e Sicilia come alternativa al Ponte
3 min di letturaStretto di Messina: un tunnel subalveo che collegherebbe le due sponde, potrebbe essere l’alternativa al Ponte sullo Stretto. Dalla bufala web al reale progetto dell’Ing. Saccà.
di Valeria Folino
Il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio ha dichiarato: «il ponte è una delle ipotesi, che non può essere esclusa a priori e non può nemmeno, però, diventare la principale».
Così, mentre qualche tempo fa impazzò una clamorosa bufala che attestava l’esistenza di un tunnel e del suo ritrovamento da parte di un gruppo di operai che stavano lavorando sul tratto autostradale che collega Villa San Giovanni a Scilla, in questi giorni si fa strada concretamente l’alternativa del tunnel al Ponte.
L’ing. Giovanni Saccà ha presentato il progetto in occasione delle conferenze “Completamento del corridoio Scandinavo-Mediterraneo: l’attraversamento stabile dello Stretto di Messina”, tenutesi presso l’Università degli Studi di Messina lo scorso 6 marzo e presso la Sede CIFI di Milano P.G. il 10 marzo 2017.
Il tunnel, scavato in prossimità della Sella dello Stretto e insabbiato sotto il livello del mare, avrebbe una lunghezza di 16 km di cui circa 3 km subalvei a una profondità di 200 metri, posizionati tra Gazirri, lungo la riva siciliana, e Punta Pezzo, sulla sponda calabrese.
Quanto a costi e tempistiche previste: 1,5 miliardi di Euro solo per il tunnel subalvio e fine dei lavori in 5 anni. Ma il progetto di Saccà contempla anche la realizzazione dei collegamenti ferroviari con un tunnel lungo il doppio, percorribile a 200 km/h, che unirebbe il centro della città di Messina a Reggio Calabria.
Tre miliardi il costo complessivo degli interventi, incluse le opere accessorie per servire le nuove stazioni ferroviarie.
Nel progetto è stato coinvolto un team di luminari, tra cui noti esperti geologi e biologi marini oltre al rinomato patologo Cosimo Inferrera.
Per lo studio del tunnel, l’Ing. Saccà si è ispirato all’Eurasia Tunnel di Istanbul costruito sotto il Bosforo, un’area sismicamente molto attiva, e costituito da articolazioni flessibili capaci di resistere a terremoti di magnitudo 7,25.
«Porsi problemi di mobilità e di logistica significa anche affrontare i grandi temi della giustizia sociale, dell’innovazione, del lavoro, della riqualificazione territoriale – ha spiegato Filippo Romeo, direttore del programma Infrastrutture e Sviluppo territoriale dell’Isag – Calabria e Sicilia devono cogliere questa sfida e approfittare della centralità strategica del Mediterraneo e delle merci che vi transitano.
Il progetto è solido e rappresenta un’occasione unica per creare sviluppo e attrarre investimenti. E per ridurre fino al 25% i nostri costi per trasporti e logistica verso l’estero».
Da un punto di vista dell’impatto ambientale, il tunnel sarebbe meno invasivo per l’ecosistema marino e, inoltre, garantirebbe maggiori margini di sicurezza.
Dunque, dalla bufala web ad un solido e concreto progetto che potrebbe diventare ben presto realtà considerato che, almeno sulla carta, tale progetto sembrerebbe (come affermato da più parti) molto più stabile ed efficiente di un eventuale Ponte.
L’Europa attende che il corridoio scandinavo-mediterraneo venga completato entro il 2030, ma, ponte o tunnel a parte, forse servirebbe, prima ancora di qualsiasi lavoro di collegamento fra le due Regioni, un adeguato potenziamento e miglioramento delle infrastrutture della Calabria quanto della Sicilia.
Non a caso, in queste terre, si susseguono da sempre, inchieste giudiziarie e scandali legati alla corruzione e la malapolitica nel settore dei trasporti e delle infrastrutture: si è registrato, proprio in questi giorni, l’ennesimo scandalo nel trasporto aereo.
Si auspica, pertanto, più responsabilità e serietà da parte della Politica e delle Istituzioni tutte, per affrontare, una volta per tutte, le emergenze che bloccano la ripresa della Calabria: è giunto il tempo per la politica calabrese di passare dalle tante parole, mai concretizzate, ai fatti.