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Turino: aeroporti calabresi, è arrivato il momento delle scelte

4 min di lettura
aeroporto reggio calabria

In una lettera inviata alla nostra redazione, il Segretario Regionale Aggiunto di UGL Trasporto Aereo Calabria, Gianfranco Turino, si rivolge al Presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, chiedendo di intervenire in modo deciso per risolvere il problema degli aeroporti calabresi.
aeroporti calabresiDi seguito le sue dichiarazioni:

Egregio Governatore,

La questione degli aeroporti calabri è divenuta una lunga odissea senza un termine finale che possa, finalmente, eliminare i dubbi, riaccendere le speranze e non trasformarsi in una pesante perdita di occupazione per chi opera nel settore.
Una drammatica sequenza di inutili soluzioni che si accavallano l’una sull’altra perdendo lo spazio e il tempo, nel mentre, la nostra storia aerea subisce un attentato al suo futuro.
E’ arrivato il momento delle scelte, delle analisi e delle reali responsabilità, intervenendo in modo deciso e non con un blando metro di agire che, in pratica, diventa un assoggettarsi alle decisioni di certi vertici incapaci di comprendere la visione della nostra Calabria.
La questione del Tito Minniti, aeroporto di Reggio Calabria, è il classico “no” alla ragione e al pensiero, un guazzabuglio che toglie respiro e continuità sociale alla città e al suo hinterland, costringendo lo scalo più antico tra quelli esistenti a farsi dare il benservito dopo una onorata carriera di ”faro trasporti” attraverso il volo.
L’Alitalia, fugge, perché si tratta di una fuga vera e propria, lascia la sua postazione sullo stretto, abbandona una gestione che dura da sempre, concedendo solo un misero prolungamento senza garanzie di continuità duratura.
Il problema dell’ex-compagnia di bandiera, oggi divenuta quasi araba, risiede nei costi, sempre più elevati e senza una copertura vera derivante dall’ingrediente biglietti venduti e traffico utenza.
Un confronto crudo ma reale che tronca ogni possibile discussione, pur se noi abbiamo in nostri dubbi, riconsiderando che un volo è all’attivo quando copre almeno il 75% dei posti disponibili, l’Alitalia su Reggio Calabria, difficilmente scendeva sotto queste percentuali.
Allora, perché la decisione di abbandonare uno dei suoi aeroporti più prolifici della storia? Un qualche indizio si annida nello stillicidio di accuse di monopolio che, da svariato tempo, si abbattono sulla Compagnia indicandola come la responsabile del mancato sviluppo dello scalo dello stretto, un falso gettato in pasto all’opinione pubblica per giustificare i fallimenti di una classe gestionale incompetente, ma, se pur inesatta, aizza gli animi rinfocolando antichi attimi di vecchia rivolta, inoltre esiste un altro dato, altamente inaccettabile, un privilegio che, in ultima analisi, è un esborso senza regole;
infatti la regione paga la Ryanair per restare in Calabria, per cui la società irlandese può praticare un totale ribasso dei titoli di viaggio a costi realmente stracciati, ma, guarda il caso, non è presente sul Tito Minniti per motivi tecnici, quindi se l’Alitalia se ne va, a parte il danno anche la beffa di dover ovviamente ridimensionare lo scalo con tutti i rischi di facile interpretazione.
Governatore basta infingimenti e mimetizzazioni, è l’attimo giusto per uscire all’aperto e far sentire la vera voce della Calabria, forte e potente per collaudare non solo un sociale rivalutabile ma anche occupazione e continuità professionale, già esistenti, che non possono e non debbono essere dispersi.
I numeri dei dipendenti a tempo indeterminato sui tre aeroporti sono i seguenti:

Crotone 27 persone

Reggio Calabria 145 dipendenti (104 la SOGAS e 41 l’Alitalia)

Lamezia Terme 254 in organico SACAL.

Quello che al momento diventa pericoloso è la posizione dei 41 dipendenti Alitalia, impiegati, operai e tecnici; che fine andranno a fare? Professionalità che andrà perduta assieme a tante altre? Vogliamo salvare il salvabile? Garantire il livello occupazionale? Riprendere i collegamenti del Tito Minniti con la stessa frequenza del passato?

Si può ottenerlo, ma per farlo la regione deve intervenire e cominciare a dare lo stesso contributo che da oggi alla Ryanair, stabilendo, con Alitalia, non solo la conservazione dell’occupazione, ma la rivalutazione dei suoi collegamenti e della struttura aeroportuale, imponendo alla società la discesa e la gestione anche del Sant’Anna di Crotone, per riappropriarsi del dialogo turismo come mezzo ufficiale di sviluppo economico fuori dall’inesistente industria propriamente detta.

Governatore il coraggio di osare è un metro urgente per restituirne la forza sociale alla nostra terra.

Gianfranco Turino

Segretario Regionale Aggiunto

UGL Trasporto Aereo Calabria

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