Turino: Reggio, gettato alle ortiche il collegamento Alitalia
3 min di letturaContinuo a sostenere che qualcuno a Reggio Calabria, anzi in tanti, hanno gettato alle ortiche il collegamento Alitalia, la cui funzionalità giornaliera, manteneva, se vogliamo guardare bene i fatti, l’intero scalo.
La costante denigrazione da parte della politica con l’accusa di una gestione monopolistica che, secondo i pensatori del reggino, avrebbe impedito l’arrivo di altre società di navigazione è il più grande falso, una bufala amanita solo per coloro che pur non credendoci l’hanno accettata non trovando di meglio per individuare un colpevole.
Fermo restando la mancanza di conoscenza dell’attuale sistema che regola il trasporto aereo convogliato in un pluralismo concorrenziale basato sulla qualità delle offerte servizio, che ha cancellato il monopolio, ma evidentemente ragionare al passato ha tacitato le coscienze di chi aveva la responsabilità e la colpa del crollo del Tito Minniti.
Il danno non è soltanto logistico, colpisce la città e il suo hinterland, massacra il turismo e ricaccia nel nebbie del tempo la civiltà sociale di quella parte di Calabria, infatti andando a creare una ennesima sacca di disoccupazione già iniziata con il licenziamento dei 14 dipendenti della SOGAS che, dalla sera alla mattina sono senza un futuro.
Resta il rischio per i restanti lavoratori dell’handling oltre a quelli dell’Alitalia, un bel regalo fatto dal qualunquismo dei gestori del potere, la cui incapacità ha portato uno degli scali di antica memoria ad essere un prossimo rudere. Mi meraviglia dell’ultimo intervento fatto dalla responsabile regionale dell’UGL Calabria, che ha ricalcato, sulla stampa, le stesse frasi della politica, ovvero la responsabilità della fine dello scalo dello stretto va attribuita alla gestione monopolistica della compagnia di bandiera.
E’ evidente che non solo non ha seguito le vicende dell’eurovolo ma non ha neppure le conoscenze di cosa sia il trasporto aereo, non ha chiesto ai responsabili della sua sigla, provinciali e regionali del settore, delucidazioni prima di lanciarsi in affermazioni che non reggono, inoltre alcuni dei vertici UGL TA del Tito Minniti sono dipendenti Alitalia, tra cui il segretario provinciale.
Quello che sta succedendo, mi si faccia passare l’accostamento, ricorda pesantemente una memoria passata quella che nel 1981 mise la parola fine agli scali Itavia della Calabria. Per fortuna resta la SACAL vincitrice del bando di appalto dei due aeroporti falliti, Crotone e Reggio, per la costruzione di una gestione regionale fuori da ogni becero campanilismo, tra le righe della normativa ENAC esiste comunque una clausola, garanzia occupazionale per i dipendenti handling dei due aeroporti (come prevedono le norme internazionali). Ma per gli Alitalia cosa si presenta all’orizzonte? Assorbiti, come è successo a Lamezia, dalla nuova gestione handling o altre soluzioni?
Il finale deve essere ancora scritto, obbligatoriamente è primario pressare sull’acceleratore per far ragionare la compagnia di bandiera, (chiamiamola ancora così), per portarla a recedere dal proposito di abbandono con l’impegno di massima visibilità ai suoi collegamenti, per una zona che, da sempre, è uno spaccato valido per il turismo e per il traffico; infatti sullo scalo di Reggio la percentuale utenza è di circa il 90% in arrivo e partenza.
Su questo attimo particolare, che coinvolge la continuità Alitalia, ritengo importante sollecitare un intervento, del Dr. Colosimo, presidente SACAL, ente vincitore del bando, ricordando quando, tempo addietro, era sceso in campo contro il trasferimento dei tecnici AZ ottenendo che rimanessero sull’aeroporto di Lamezia.
La cancellazione, secondo la mia esperienza, andrebbe a creare conseguenze negative su tutta l’aria dell’indotto e sul suo sociale sia economico che occupazionale.
Sono certo che le possibilità di scongiurare la drammatica situazione ci possono essere, ma bisognerà correre tutte le strade per far restare l’Alitalia in quel del Tito Minniti.
Gianfranco Turino
Presidente di Calabria Sociale