Turino: Sanità Lametina sempre alla ricerca dell’araba fenice
3 min di letturaGianfranco Turino, di Calabria Sociale, torna a parlare, in una nota, della situazione di precarietà della sanità a Lamezia
Ritorno a parlare della “Sanità” di Lamezia Terme, una situazione da sempre alla ricerca dell’araba fenice, ultima tra gli ultimi, totalmente carente e con strutture a consumarsi nel mancato utilizzo.
Guasti e inefficienze che diventano giganteschi macigni nel momento di massima necessità, con la funera esplosione di questo maledetto virus decimatore del collettivo. Anche se oggi, non sarebbe l’attimo delle contestazioni, adesso bisogna trovare la forza per respingere il male che ci sta massacrando, per una volta, essere veramente efficienti e non passivamente in attesa che, altri risolvano e coprano le nostre carenze.
Condivido l’impegno delle associazioni del lametino, nella radiografia di un mondo in letargo che bisogna scuotere per guardare con serenità presente e futuro.
Esiste la struttura! una costruzione messa in piedi anni fa in sostituzione del vecchio edificio divenuto inadeguato, obsoleto, somigliante, per la sua decadente esistenza, ad un lazzaretto e non ad un ospedale. Il nuovo, consentitemi il passaggio, ha, oggi, la sostanza di un guscio vuoto dove prevale la solita, asfitica, burocrazia, subendo l’altalena dei cambi di guida della regione, come se il dolore e il male possano essere soggetti ad una colorazione politico-partitica, usati per roboanti campagne elettorali. L’ospedale qualche tempo fa aveva una zona adibita a settore malattie infettive e di riabilitazione, il suo personale medico era competente ed efficiente, poi, qualche cervellone ha deciso, di ridurre e chiudere la funzionalità dell’apparato a seguito dei tagli sulla sanità. Una città, come Lamezia Terme con più di 70.000 abitanti, tra Nicastro Sambiase e Sant’Eufemia, ha tutti i diritti a gestire un perfetto piano di assistenza ospedaliera, su cui la regione, deve intervenire con rapidità per sanare la situazione avendone tutti gli estremi per farlo.
Un asterisco, tanto per dare un esempio concreto sui ritardi, atto documentato e documentabile, l’undici giugno 2019, sono stato sottoposto a visita ospedaliera, per dei lipomi formatosi sul dorso, con richiesta d’intervento per asportazione chirurgica ambulatoriale, mi è stato detto che per l’operazione ci sarebbe voluto un po’di tempo, sarei stato, comunque, avvisato.
Siamo nel 2021, dopo circa tre anni silenzio totale, nessuna chiamata, forse si sono dimenticati. Oppure hanno considerato la pratica di scarsa importanza che poteva attendere ancora o cancellarla completamente. Corretto? Ritengo di no, è assolutamente una inadempienza senza giustificazioni che si può aggiungere all’inefficienza del settore e alla sua completa passività. Per fare una cardio-tac, bisogna trovare un ospedale della regione che sia nelle condizioni di svolgere la funzione citata, oltre alle eventuali lunghe liste d’attesa, altrimenti ricorso al privato costo minimo 250,00 euro. L’Ospedale, deve prontamente assumere posizioni di primo piano per creare i presupposti ad una concreta ricollocazione, non è più possibile far pagare al collettivo l’incapacità dei vertici. Come Calabria Sociale, affiancandoci alle altre associazioni, chiediamo di potenziare e riaprire i reparti chiusi, in modo particolare quello per le malattie infettive e riabilitazione, aumentandone gli organici per garantire l’assolvimento totale di un diritto del cittadino.
Sembra che sia stato stabilito il rilancio e il potenziamento di alcuni ospedali, tra cui, in prima linea, il Lamezia Terme, con ampliamento dei vari settori e apertura di quelli chiusi,una notizia dell’ultima ora, che lascia il tempo che trova e non vorrei fosse solo la solita promessa, espressa sotto tornata elettorale.