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«‘U suli a chini vidi scarfa»

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«Il sole riscalda chi vede»: modo di dire lametino nel rendere metaforicamente, con questo lessico astrale, chi trae vantaggio, stando accanto a qualcuno

Sfatiamo l’idea che la luna sia la meno attendibile della nostra galassia d’ora in avanti: da sempre è la bugiarda per antonomasia, salvo tutte quelle riabilitazioni letterarie che ne hanno compensato il suo volto nelle nottate più buie del nostro spirito.

Il Sole non è che sia un gran democratico, benché «risplenda tanto per il re quanto per noi», come dicono i danesi: pare baci i belli e accechi i brutti, tanto buono non è, allora! Qualche proverbio partenopeo ne usa pure l’immagine come parallelo della miseria: chi «tene ‘a panza a ‘o sole», ad esempio, non è per nulla felice dal momento che, a causa dell’indigenza, è digiuno di cibo e l’unico modo che ha di scaldarla è d’esporla a quei raggi che non costano nulla. “Nihil sub sole novum” era solito ripetere il saggio re Qoelet, figlio di Davide (Ecclesiaste, I,9); da quando la terra è stata creata, non accade nulla di nuovo, ripetendosi da millenni situazioni e fatti del tutto riconducibili al presente per inveterata ciclicità. Della serie, rassegniamoci!

«O risplendente Sole, cosa mai saresti tu, se non ci fossi io, quaggiù, su cui risplendere?»: consoliamoci con F. Nietzsche, con un pizzico di filosofia, che è meglio!

Prof. Francesco Polopoli

N.B. scarfa: dal lat. escalefacĕre, che continua nello spagnolo escalfer e francese eschanfer.

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