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UGL-TA: questione Alitalia, continua l’odissea dell’incapacità

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Il marchio Alitalia, evidentemente non è di gradimento dell’attuale governo

Comunicato Stampa

Politici e ministri vari, fanno filtrare solo frasi mezze bisbigliate, per la totale mancanza di coerenza con la realtà, mettendo in pratica una nebulosa forma di negazione di possibili soluzioni in loco, senza dover ricorrere alle stampelle messe in essere da altri, che, come avvoltoi, aspettano solo di dividersi i resti di quella che è stata la storia della nostra ascesa aerea.

La ventilata cessione alla Lufthansa, è un atto da irresponsabili, probabilmente, pensando di essere i padri salvatori della Patria non si rendono conto che quella a cui hanno offerto il fianco è una svendita a ribasso del prodotto aereo nazionale, un sottocosto offensivo che diventa la vergogna per coloro che ancora credono nell’esistenza di una traccia di italianità.

La storia della tragicomica telenovela Alitalia, è un trascinarsi di lungo corso, quando perdite e ammanchi, venivano coperti (probabilmente dallo Stato o dall’IRI), facendo apparire i suoi conti sempre in ordine; poi, lo sconquasso portato dall’eurovolo con regole che stabilivano un divieto ai finanziamenti pubblici alle compagnie aeree, qualche benpensante del paese dei campanelli, ha cominciato a chiedersi “cosa ci sta a fare una compagnia di bandiera, quando siamo europei e non c’è più bisogno dell’italianismo del passato?”(non ha guardato gli inglesi, francesi e tedeschi…).

Errore madornale da nulla facente a da incompetente in materia.

Invece di tentare di appianare, anche drasticamente, le cose, si è preferito lasciare che qualche personaggio facesse i propri giri nel sociale e nell’economia, fondando una “balordaggine”e costruendo un castello di carta crollato al primo alito di vento, mi riferisco alla disastrosa fusione con l’AirOne, un atto che ha portato non una nuova area di attività volativa, ma soltanto una pesante “caterva” di debiti, mi si conceda il termine, in pratica un cestino della carta straccia dove sono finite tutte le speranze di rinnovamento, inoltre al passivo AZ si è aggiunto l’insieme dei debiti del AirOne.

Intanto chiedo ai soloni della politica economica “cosa è stato fatto per evitare crolli e dispendi vari? Perché nessuno è intervenuto  appena è emerso il “rosso” del passivo con un provvedimento serio per evitare l’attuale tracollo?

Tutti erano a conoscenza dei fatti, ma hanno sbandierato esclusivamente parole gettate al vento del niente.

Oggi la compagnia è in via di rottamazione sulle spinte di una crisi insanabile, nessuno dei vertici ha compreso che la fine del ciclo è ormai un atto compiuto e costruito, si continua a muoversi come nei momento dello splendore virtuale, non reale, tre sedi che non servono a nessuno e rappresentano un costo, una successione di commissari e altri sperperi, che sarebbe inutile elencare in quanto sotto gli occhi di tutta la collettività.

Adesso basta con questa litania del silenzio e del mezzo silenzio; l’Alitalia va salvata, ma con una forte dose di coraggio e un ragionamento in cui se sono necessari sacrifici debbono essere fatti, nessun taglio del personale, professionalmente al novanta per cento, sono dei tecnici preparati in ogni settore, quindi se veramente si vuole contare qualche cosa nel resto del mondo la compagnia di bandiera, e non mi si dica che sono un romantico nostalgico, va nazionalizzata, senza tante storie, un atto giustificabile come il serio intervento per l’ILVA di Taranto e per la Banca Privata di Bari, ma con l’ingegno di un diverso tassello, ovvero la compartecipazione dei dipendenti al rilancio e alla costruttiva rivalutazione, una socializzazione (parola che forse farà storcere il naso a molti) che, se attuata con metodo e capacita diventerebbe l’unica strada per un recupero economico e produttivo.

Basta con la continua odissea dell’incapacità, il capitolo va chiuso mettendo la parola fine ad una storia che comincia a puzzare di muffa e veleni.

L’Alitalia non puo’ perdersi nelle nebbie dello spazio, ma deve essere ancora il gioiello aereo del nostro futuro. 

Gianfranco Turino

Centro studi UGL TA Calabria

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