Un cruciverba di politica e mafia
3 min di lettura“L’unico elemento che continua a tenermi legata a questa penisola spinosa è proprio il mare, ma è sufficiente una bella spiaggia, un panorama coinvolgente, un mare cristallino per riappacificarsi con la propria terra?…
La Calabria manca di un sogno collettivo: l’abbandono, la rassegnazione, la trascuratezza se non l’incuria sembrano sempre più contraddistinguere il suo volto come il suo vissuto, come se stesse suicidandosi ingerendo lentamente dell’acido, incredibile da credere, insopportabile, finanche come metafora.”
Inizia così, con frasi concise ma particolarmente intense, quasi crude, la presentazione di A Schema Libero (Rubbettino Ed.) il libro del collettivo Lou Palanca presentato all’associazione culturale Samarcanda di Lamezia Terme.
Dopo i saluti e i ringraziamenti del Presidente dell’associazione, Manuelita Iacopetta, e l’introduzione della prof.ssa Michela Cimmino, l’incontro si apre con la blogger Ippolita Luzzo che presenta uno degli autori, Nicola Fiorita.
E’ Ippolita a parlare di bene e di bontà: “in un momento difficilissimo, nel momento in cui in a schema libero vediamo come la criminalizzazione è palese nella vita politica, c’è un passaggio nel libro Il Padrino in cui la mafia non paga più e non chiede più l’intermediario con il politico ma decide di prendere lei stessa in mano la vita politica.
Ed è proprio in questo periodo, gli anni ’70, che inizia il libro.
Ci troviamo a Reggio Calabria, periodo del boiachimolla, quando la città si ribella per non essere stata riconosciuta capoluogo della regione e la ‘ndrangheta salda i suoi rapporti con la politica”.
“A noi piace ripescare delle storie che fanno parte della storia calabrese e provare a raccontarla mescolando il vero con l’inverosimile -dice invece Fiorita- e in questo libro troverete mescolate articoli di giornale, pezzi di sentenze, personaggi reali insieme invece a personaggi inventati come l’Enigmista.
Non è un saggio storico e non è un libro d’inchiesta, è solo un nostro modo di raccontare perchè noi proviamo ad inseguire questo filo che lega gli avvenimenti che nascono nel 70 a Reggio fino all’omicidio/suicidio di Orsola Fallara, dirigente del Settore Bilancio della Giunta di Giuseppe Scopelliti (condannato successivamente per abuso e falso in atti d’ufficio).
Questa storia che nasce a Reggio è una storia molto pesante, piena di trame e misteri, e l’abbiamo scelta perché è importante: la Regione Calabria nasce con questa storia ma nasce male, con i carrarmati per le vie di Reggio, e si porterà dietro sempre questo vizio d’origine.
Ma, soprattutto, è a questo punto che la mafia calabrese diventa un’altra cosa, ed entra in relazione con il neofascismo…”
Nicola preferisce non raccontare più di tanto, perché scherza dicendo di essere accusato dai suoi compagni di spoiler are sempre troppo: ma possiamo dire, senza rovinare la storia a nessuno, che a muoversi all’interno di questo libro è una giovane giornalista calabrese, Margherita, insieme poi al professore, all’ex poliziotto e ad un cruciverba che inizia con la A di Ambizione e termina con la S di Sottostare.
Non mancano le sentenze, le indagini di polizia, gli articoli di cronaca -reali- e le interviste -come quella di Oriana Fallaci a Ciccio Franco-. Lou Palanca racconta con intelligenza le trame di una guerra civile probabilmente ancora in corso, alleanze e acidi -non di stomaco, ma nel ricordare c’è anche quello- nel km più bello d’Italia fatto di patti tra politica e criminalità -pezzi di storia importanti per il cambiamento mai avvenuto, e non solo in Calabria-, e di sculture in pose da difesa probabilmente perché la stessa città ha paura dei suoi abitanti.
Valentina Arichetta