Un guanto bianco a palazzo
5 min di letturaIl guanto bianco è una sorta di feticcio, una barriera protettiva posta tra l’essere umano e ciò che ha di più caro da difendere: l’amore o l’onore. (Di solito è la seconda)
Esprime concetti opposti, di rispetto o di sfida. Infatti “trattare con i guanti” è una locuzione che implica amore e protezione, “lanciare il guanto di sfida”, al contrario, significa dar origine a un duello, in cui l’immagine diviene simbolo dell’onore da difendere.
Quest’oggi la nostra rubrica tratta di una sfida: Rosso VS Bianco e il duello è tra due Conti. Il primo, il più noto, è il Conte Rosso: una parte di vermouth rosso, una parte di bitter rosso ed una di dry gin.
Parliamo del cocktail “Negroni”, un drink storico divenuto un classico della miscelazione italiana nel mondo. Questo drink nasce nel 1919 a Firenze, su suggerimento appunto, del Conte Camillo Negroni.
Il Conte, rincorrendo uno dei suoi passatempi preferiti (i cavalli), di ritorno dagli Usa, chiese al garzone Fosco Scarselli del caffè Casoni (in origine una drogheria – poi Caffè Giacosa e oggi bar dello stilista Cavalli) di “rinforzargli” un noto aperitivo italiano alla maniera americana e cioè aggiungendo a vermouth e bitter una parte alcolica più secca, il dry gin e del ghiaccio.
Il secondo, meno noto, è suo cugino, il Conte Bianco: una parte di vermouth bianco, una parte di bitter bianco ed una di dry gin.
Questo drink nasce in una imprecisabile sera di fine ‘800 ad opera di Arnold Henry Savage Landor, cugino del Conte Negroni, artista nonché esploratore, avventuriero, antropologo e poi ancora scrittore, fotografo, giornalista e inventore.
Che buffo! Realizzi l’inimmaginabile e non vieni ricordato, aggiungi del dry gin ad un Milano Torino ed entri a far parte della storia.
Henry, più grande d’età, certamente conobbe prima di Camillo i piaceri del savoir vivre, cocktail parties compresi, in cui allora si usava bere il “Milano Torino”, nato nella seconda metà dell’Ottocento e realizzato dall’unione dei due prodotti principe delle due città, il bitter di Milano e il vermouth torinese.
Henry, un po’ come me, era convinto che l’innovazione dovesse aggiungere valore. Perché questa premessa? Perché in origine vermouth e bitter erano bianchi, furono letteralmente colorati di rosso solo in un secondo momento, quando purtroppo o per fortuna, si accorsero che questo colore stimolava l’appetito. La vista del colore rosso accelera, così dicono, il battito del cuore, aumenta la pressione e fa venire voglia di mangiare!
Così come gli amari vengono colorati di marrone perché devono ricordare una medicina in grado di farti digerire un cinghiale. Ragion per cui, Henry continuò a bere vermouth e bitter bianchi, ai quali una sera, invitato dalla Regina Vittoria a Balmoral perché le mostrasse i suoi disegni e le riferisse dei suoi viaggi, aggiunse, su suo suggerimento, del gin.
Nacque così il Conte bianco o Negroni bianco, buono per l’aperitivo, ma ancor più per accompagnare una conversazione del dopocena.
Come ti combino i Negroni? Parliamo ora di Pairing!
Il Pairing è l’incontro che celebra il nuovo. È una delle tendenze più innovative in cucina, è l’associazione di due o più alimenti a seconda del loro composto molecolare, nonché aromatico e nasce dall’esigenza di ricercare nuove combinazioni di sapori. In sintesi la bravura sta nel porre in equilibrio gli ingredienti affinché il composto risulti armonico in bocca e crei nuove sensazioni.
“Il barman è quella persona che mischiando acqua e sale ti ci fa sentire dentro il mare”.
L’aperitivo italiano. Cosa vuol dire combinare i Negroni.
Il barman italiano sa che l’aperitivo è quella bevanda, in genere alcolica ma anche analcolica, concepita per stimolare l’appetito, da accompagnare con il giusto stuzzichino. Superata la formula americana dell’happy hour e dell’apericena, impostata su una ricca e talvolta eccessiva proposta food, non sempre di qualità adeguata, l’aperitivo torna ora a orientarsi su un maggior equilibrio tra i due elementi, spostando il suo focus dalla quantità alla qualità, sia del drink sia del cibo.
Una formula in perfetto stile italiano, espressione di quel “buon vivere” che tutto il mondo ci riconosce. Soprattutto, una formula vincente che dall’Italia va imponendosi anche sulla scena bar internazionale.
Il drink principe per l’aperitivo, o forse dovremmo dire il drink conte per l’aperitivo, è senza dubbio il Negroni Rosso (il Conte Rosso). Ma se volete accompagnarvi dopo cena ad una persona che vi mostra i suoi disegni, vi racconta dei suoi viaggi, il vostro Conte è quello Bianco (il Negroni Bianco).
Il suo abbinamento complementare? Mandorle salate dalla Sicilia e zenzero candito dall’Australia per un viaggio di gusto si, ma soprattutto di scoperta! E se chiedete al barman rosso o bianco? Vi risponderà: a ognuno il suo! Purché sia Negroni.
Se lo chiedete a me… Il mio Negroni? È buono. Dovete venire ad assaggiarlo”.
Negroni Bianco: 1/3 di Bitter bianco Luxardo 1/3 di Vermouth bianco Riserva Carlo Alberto 1/3 di Gin The Barmaster Decorazione: Fetta d’arancia disidratata Il Bitter bianco Luxardo condivide le stesse infusioni di erbe amaricanti, piante aromatiche ed agrumi con il Bitter “rosso”.
Tuttavia, prima del processo di miscelazione, la maggior parte di queste infusioni viene distillata, processo che fa diventare il prodotto incolore e modifica leggermente il profilo aromatico. Alla fine del processo si aggiunge un’infusione di assenzio romano per esaltare il gusto amaro, conferendo al prodotto il colore avorio.