Un migliaio in piazza a Cosenza per dire no all’autonomia differenziata
2 min di letturaSegretario Cgil Calabria: ‘aumenteranno le disuguaglianze’
Un migliaio di persone sono scese in piazza stamani a Cosenza per manifestare contro l’autonomia differenziata.
Tra i partecipanti anche sindaci di Comuni del cosentino, movimenti appartenenti alla sinistra e associazioni cittadine.
Il corteo è partito da piazza Loreto e si è concluso nei pressi della Prefettura.
“Abbiamo detto – ha affermato Angelo Sposato, segretario generale della Cgil Calabria che ha coordinato la manifestazione – che l’autonomia differenziata è un problema che riguarda il Paese, non solo il Mezzogiorno. Non è sufficiente parlare di Lep, il problema è di principio, è come è stato proposto questa progetto di riforma che continua ad aumentare le divergenze, le disuguaglianze del Paese, soprattutto su temi sensibili come la sanità, il lavoro, le infrastrutture”.
“Il governo dovrebbe ritirarlo e soprattutto il presidente della Regione dovrebbe cambiare idea. Oggi – ha aggiunto in merito all’assenza di Cisl e Uil – è una manifestazione che in qualche modo aggrega un cartello di associazioni, ma ci sono anche altre sigle sindacali contrarie a questo progetto di riforma di autonomia differenziata, stiamo andando avanti insieme e abbiamo detto che qualora dovesse approdare in Parlamento la legge siamo anche pronti a iniziare a mobilitarci per la campagna referendaria. Siamo insieme su questi temi. Ieri abbiamo fatto una bellissima iniziativa sulla sicurezza sul lavoro a Firenze e a maggio ci sarà una grande mobilitazione nazionale a Napoli sull’autonomia che faremo insieme anche alla Uil”.
Per il sindaco di Cosenza Franz Caruso, l’autonomia “creerà una frattura, una lacerazione del Paese. Sorgeranno venti piccoli staterelli e segnerà in maniera decisa materie importanti come la sanità, i trasporti, l’energia, l’ambiente e le infrastrutture”.
Per il segretario della Cgil Cosenza Massimiliano Ianni, la legge è “eversiva, creerà maggiori divari tra Nord e Sud e ulteriori disagi e problemi a questa regione che è già indietro in confronto a quelle del Mezzogiorno ed è molto indietro in confronto a quelle del Nord.
Rischia di scomparire la sanità pubblica a favore di una privatizzazione selvaggia. Alcuni dati delle ultime ore attestano che in Calabria c’è un tasso di mortalità del 20% superiore al nord. Con l’autonomia differenziata sicuramente tutto peggiorerà. Si continuerà a curare chi ha la possibilità di curarsi. Quindi i ricchi sicuramente potranno curarsi, i poveri rischiano di morire per questa cattiva sanità”.