Un minuto di silenzio… eterno
2 min di letturaStoria e popoli. Un minuto di silenzio.
Un grande cimitero il mar Mediterraneo.
Un mondo pieno di traffici, di tensioni e scambi, secondo Braudel, viveva sulle rive del Mar Mediterraneo.
Seguendo il suo metodo cercherò di guardare in tre momenti diversi: La storia lenta, la storia ritmata e la storia secondo la dimensione dell’individuo.
Accrescere informazione significa spostare e rompere i vecchi problemi, incontrarne nuovi dalle soluzioni incerte. Braudel
” Il Mediterraneo è duplice. Le due scene, le penisole e il mare che le bagna, fanno di questo mare un complesso di mari.”
Una tomba, uno sterminato inferno dove i pescecani mangiano uomini che scappano da luoghi altrettanto miseri e violenti.
Mi sforzo di guardare alla storia lenta, quasi immobile, di lunghi imperi e dominanze, mi sforzo di leggere gli altrettanti avvenimenti ritmici di una storia veloce fatta di sommovimenti e cambi, ed infine mi ritrovo con in mano solo una pagina con su scritto il destino individuale di settecento uomini naufragati in mare.
Un naufragio di popoli, di civiltà e di imperi.
Se leggiamo questi due volumi che Braudel dedica al nostro Mediterraneo forse nessuno poi troverà ardire a fare post di qualsivoglia specie su questo continuo flusso di morti e di arrivi, di invasioni e di fughe, in una guerra senza fine che ci vedrà sconfitti, insieme.
Nella storia di sempre, nel Mediterraneo, in cui sulle stesse sponde furono trucidati a Cipro e uccisi a Tessalonica, in cui Albanesi si sfracellavano sulle coste dell’Adriatico, ora leggiamo queste pagine di una guerra fatta a colpi di annegati.
La guerra, non riconosciuta, di annegati contro un’Italia isolata e scomposta.
E con un poeta somalo trasformiamo un destino di tanti nel nostro destino
Ippolita Luzzo