Una doccia, un cambiamento. Sotto la lente
2 min di letturaScorreva calda e confortante, ristoratrice delle tensioni della notte e del giorno, scivolando e mescolandosi con le essenze di verbena e spigo toscano, passando nelle pieghe più nascoste, e nelle piaghe più dolorose, eliminando ogni pesantezza esteriore, ma diretta a giungere all’anima.
Di fatto una doccia come tutte le altre, quotidiane, ripetute e routinarie, ma talvolta trasformate in vere e proprie opere di purificazione interiore.
Come in una scena battesimale del Vangelo di Matteo, si depone nelle acque il fardello delle negatività, dei disequilibri, degli imprevisti, delle pecche e dei peccati , attestando a se stessi le proprie mancanze e debolezze, e provando ad immergersi nella propria verità, quella che si racconta solo al proprio io.
Ed è tra una goccia e l’altra, tra un pensiero e una presa di coscienza, che arriva il ristoro delle essenze, la coccola dei profumi che fa da guida a risollevare l’animo.
In quell’acqua, che i taletiani pensieri innalzavano a principio dell’Universo, e in cui mai potremo riavvolgerci per l’assoluta verità eraclitea del Panta Rhei, in cui tutto scorre in continuo divenire, si compie il naturale disegno di trasformazione della vita e della natura.
E talvolta è proprio sotto una doccia che inizia il nostro percorso, inevitabile, di cambiamento.
Mara Larussa