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Una passeggiata nella storia per gli alunni della scuola Don Milani

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LAMEZIA. Un’uscita didattica che è stata una vera e propria passeggiata nella storia per gli alunni della Scuola secondaria di I grado Don Milani di Lamezia Terme che ha sede nella struttura in cui erano ospitati il Museo Archeologico Lametino e la Casa del Libro Antico. Le aule, i laboratori e la biblioteca dove oggi si svolgono le lezioni sono, infatti, gli stessi dove un tempo si potevano ammirare antichi libri e preziosi reperti archeologici. Gli stessi libri che hanno incantato le ragazze e i ragazzi accompagnati dalle professoresse Monica Guido, Giovanna Villella, Giovanna Costanzo, Immacolata Giampà, Gabriella Borrello, Ilenia Flamingo ed Enrica Leone. Un modo per far conoscere loro i luoghi della storia e della memoria, guidando il loro sguardo, invitandoli a indugiare su un particolare, a vedere con occhi nuovi posti noti ma non conosciuti perché si deve cominciare fin da piccoli ad amare, apprezzare e rispettare la propria città.

Dall’antico quartiere di S. Teodoro, dominato dai ruderi del castello Normanno-Svevo, attraversando Via Garibaldi e poi Corso Numistrano si arriva davanti al settecentesco Palazzo Nicotera-Severisio dove oggi si trovano la Casa del libro antico e la Biblioteca Comunale. Guidati dalla signora Tiziana, gli alunni visitano la struttura che vanta una collezione libraria di oltre 2500 volumi composta principalmente dai fondi librari dei conventi dei Cappuccini e dei Domenicani di Nicastro e dei Frati Minimi di Sambiase con testi che vanno dal Medioevo al Rinascimento. Opere di teologia, filosofia, patrologia, storia ecclesiastica ed esegesi, ma anche frammenti di codici manoscritti greci e latini e le cinquecentine impreziosite dalle xilografie realizzate dai celebri torchi di Manuzio, Giunta, Giolito, Froben e Plantin. L’attenzione degli alunni viene catturata dai due incunaboli della seconda metà del XV secolo con le postille scritte a mano dal filoso Tommaso Campanella che dal 1586 al 1588 dimorò proprio a Nicastro nel Convento domenicano. E poi i due mappamondi lignei, quello terrestre e quello celeste, i diletti, antichi segnalibri che ricordano i kirigami e un esemplare di ventiquattresimo, il libro più piccolo posseduto dal patrimonio librario. Una breve pausa nel cortile del Palazzo e la visita prosegue nei locali della Biblioteca comunale intitolata al prof. Oreste Borrello e ubicata al piano nobile. Si attraversano le varie sale affrescate: la sala con il dipinto su carta che celebra la gloria della nobile casata con l’effige della Vittoria alata sul carro e la simbologia legata al mondo contadino a ricordare le origini della famiglia, la sala da pranzo con frammenti sulle pareti che riproducono la Sila, la camera da letto con un bellissimo affresco raffigurante l’ora della toeletta della baronessa ritratta in un medaglione accanto alla sua dama di compagnia e poi il salone delle feste intitolato alla memoria del giornalista Giuseppe Perri. Dopo una interessante introduzione sul metodo di catalogazione dei libri si passa alle varie sezioni suddivise in  Filosofia e psicologia, Religione, Scienze sociali, Linguaggio, Scienza, Tecnologia, Arti e attività ricreative, Letteratura, Storia e geografia. Al ritorno, una sosta davanti al complesso monumentale di S. Domenico nella omonima piazzetta dominata dalla splendida facciata della chiesa seicentesca con un grande dipinto della Madonna del Rosario, incorniciato da stucchi, sotto il quale è lo stemma marmoreo dei principi d’Aquino, feudatari di Nicastro e benefattori del Convento domenicano.

Il Convento, dove dimorò Tommaso Campanella, oggi ospita al piano terra il Caffè Letterario e al primo piano il Museo Archeologico Lametino. Attiguo al Convento, il Teatro Umberto, un piccolo teatro all’italiana conosciuto anche come Pidocchietto che conserva ancora la bella intestazione in stile liberty e poi la statua che riproduce la Sirena Ligea che con la sua voce melodiosa fece innamorare Ulisse e il cui mito è profondamente legato alla storia del nostro territorio. Si ripercorre Corso Numistrano con una veloce sosta davanti alla gioielleria del maestro orafo G.B. Spadafora noto per aver riprodotto le figure tratte dal Liber figurarum dell’abate florense Gioacchino da Fiore quali il draco magnus et rufus, l’albero della vita, i cerchi trinitari. Uno sguardo alla maestosa facciata della Cattedrale dei S.S. Pietro e Paolo, patroni della città e l’ultima sosta davanti alla statua di Federico II, opera dell’artista lametino Maurizio Carnevali che ritrae l’imperatore con un falcone posato sul braccio destro rivolto in direzione del “suo” castello. La passeggiata è finita. Si rientra in classe con un sorriso. È stata proprio una bella giornata!

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