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UNICAL, lezione di Umberto Gori al Master in Intelligence diretto da Mario Caligiuri

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Mario Caligiuri, direttore del Master in Intelligence (UNICAL)

Mario Caligiuri, direttore del Master in Intelligence (UNICAL)

Il direttore dell’ISPRI è intervenuto sul tema della sicurezza degli Stati sostenendo quanto sia essenziale il ruolo della previsione.

I futuri assetti geo-economici e geopolitici internazionali, l’analisi strategica, lo scontro cibernetico, le tecniche di previsione e l’impiego delle informazioni per la sicurezza dello Stato, sono gli argomenti discussi all’Università della Calabria nel corso Master in Intelligence diretto da Mario Caligiuri. Sui temi ha relazionato Umberto Gori, professore emerito di Relazioni Internazionali dell’Università di Firenze, presidente del Centro Universitario di Studi Strategici e Internazionali (CSSI) e direttore dell’Istituto per gli Studi di Previsione e le Ricerche Internazionali (ISPRI).

“Strategia e geopolitica vanno di pari passo. Non c’è Intelligence senza previsione – ha spiegato Gori – perché al decisore politico si devono offrire degli scenari in modo tale che possa prendere le decisioni migliori con cognizione di causa”. Produrre scelte operative non è però cosa semplice.

“Le caratteristiche fondamentali del sistema internazionale – ha detto il direttore dell’Ispri – sono due: la sua estrema frammentazione e la sua propensione ai mutamenti veloci. La realtà odierna è complessa e caotica. Il sistema internazionale è perturbato e turbolento. È sufficiente una iniziale, anche minima, variazione per attivare processi di cambiamento radicali. Gli Stati sono in difficoltà perché esiste una pluralità di soggetti sovraordinati o sotto-ordinati ad essi che assumono ruoli di attori primari, soprattutto in campo economico, soggetti che sono in grado di alterare il quadro delle relazioni internazionali”.

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La previsione

Per Gori è fondamentale che gli Stati mantengano salda, per quanto possibile, una capacità di impegno predittiva.

Ma anche questo oggi risulta una vera e propria impresa. Perché “anche laddove si riesce a definire un perimetro di interazioni, basta un minimo mutamento per sconvolgere il quadro delle previsioni fatte” mettendo a rischio le basilari certezze su cui poggiano le attività dei governi. “La geopolitica e la strategia sono funzionali alla sicurezza degli Stati. C’è sempre la paura che accada qualcosa. Le difficoltà per gli Stati di gestire da soli le crisi del mondo e la necessità di impostare ed attuare azioni collettive – ha spiegato ancora Gori – postula l’esigenza di fissare obiettivi precisi e condivisibili da una pluralità di Stati, di individuare, quindi, degli interessi collettivi, operazione, questa, tutt’altro che facile e complicata dal fatto che le strategie devono tenere conto ormai di un “terzo attore” che è l’opinione pubblica (nazionale ed internazionale)”.

Per il cattedratico dell’Università di Firenze si assiste ad un processo di rinascita del senso dell’interesse nazionale. Il potere diventa sempre più diffuso in una logica multipolare in cui la fine dei blocchi Usa-Urss ha consentito ad altre entità di conquistare un proprio spazio autonomo. Il potere diventa sempre più diffuso ma dipendente da macro andamenti geostrategici e geo-economici che daranno nuova forma al mondo: lo spostamento verso l’Est e il Sud del mondo dell’asse del potere economico globale; il boom demografico in questi Paesi a fronte di un calo delle nascite nei Paesi Occidentali tradizionalmente più sviluppati; il rapido processo di urbanizzazione con la creazione di metropoli da decine di milioni di abitanti; il consistente e veloce sviluppo tecnologico; i radicali mutamenti climatici. L’Intelligence ricopre così un ruolo cardine.

Per Gori infatti “in un mondo caratterizzato da complessità crescenti, è sempre più determinante la raccolta e l’elaborazione integrata delle informazioni, un monitoraggio costante delle situazioni, un sistema di individuazione dei pericoli e delle minacce, un sistema previsionale esplorativo e normativo”. Dunque, avverte il direttore dell’Ispri, “solo a queste condizioni si può riuscire a gestire responsabilmente il mutamento, ma anche nell’esecuzione di queste attività si dovrà unire all’esperienza una capacità di elaborazione teorica. Senza quest’ultima non si dà infatti capacità previsionale”.

Umberto Gori ha anche spiegato che lo spazio geopolitico in cui si svolge il confronto da orizzontale, fisico e territoriale è diventato verticale, multidimensionale e virtuale: il Cyberspazio. Che è così divenuta la quinta dimensione della conflittualità. Qui lo scontro avviene in tempo reale, velocemente e senza che esistano regole universalmente riconosciute. Gli attacchi vengono portati da nemici ignoti o invisibili. Con metodiche e strumenti che rendono ostica qualsiasi strategia di deterrenza. L’Information Warfare rappresenta tutta la gamma di strategie con cui si consuma lo scontro di civiltà in contesti geopolitici e geoeconomici.

“Prevedere gli scenari, ha detto infine, significa fornire al decisore politico lo strumento di conoscenza dei processi che possono muovere e condizionare le scelte nel contesto reale e in quello virtuale. Possedere informazioni significa avere contezza dei processi che nello scacchiere d’Intelligence globalizzata possono dominare i cambiamenti in un momento in cui la costante della fluidità dinamica delle interazioni tra sistemi politici ed economici rappresenta la possibilità di studiare i principi che spingono a compiere azioni finalizzate a conseguire un obiettivo strategico”. Al termine della sua lezione il direttore dell’Ispri ha risposto alle domande degli studenti. La giornata di studi è stata conclusa dalla relazione riassuntiva del direttore del Master Mario Caligiuri.

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