L’Uniter promuove un ciclo di incontri dedicati alle donne
3 min di letturaL’Uniter di Lamezia Terme ha promosso per il mese di marzo una serie di incontri dedicati interamente alle donne nella sua sede operativa nel pieno rispetto delle vigenti norme anti-Covid
L’inaugurazione dell’iniziativa è stata affidata alla professoressa Chiara Macrì, docente di Storia della Musica e Pianoforte, la quale, introdotta dalla presidente Costanza Falvo D’Urso, ha relazionato sull’interessante tematica “ Le donne di Giacomo Puccini” in cui ha messo in luce l’ universo musicale del grande compositore italiano collegato alle donne protagoniste delle sue opere liriche i cui titoli sono declinati al femminile arricchendo il tutto con l’ ascolto di alcune arie famose tra cui Vissi d’Arte con Maria Callas e Come è lunga l’attesa dalla Tosca, Mi chiamano Mimì dalla Bohème.
La professoressa Macrì ha intrapreso così un viaggio virtuale con il maestro Giacomo Puccini e le donne deluse, frustrate, gelose , innamorate, con i loro dolori, le loro angosce, le loro nevrosi, che hanno riempito la sua vita e le sue opere tra cui Manon Lescaut, Madama Butterfly,Tosca, Bohème, Turandot, Gianni Schicchi. Donne attuali, moderne, disinvolte, non più vittime ma assassine o suicide come Tosca o pronte ad esaltare la verità come Mimì nella Bohème o a salvare la propria dignità e a mantenere il proprio onore perduto suicidandosi come Butterfly.
« Sono donne sensibili e sensuali, forti e vitali, ma inesorabilmente vocate al sacrificio di sé; la loro giovinezza è un’illusione che subito si spezza, la loro aspirazione alla felicità è un sogno che non si può realizzare» ha sottolineato la relatrice per la quale le donne di Puccini, pur essendo troppo moderne per la società del tempo dominata dal perbenismo, tuttavia sono amate sconsideratamente dalla gente che ne decreta una più che meritata immortalità. In fondo – ha continuato –immortale è la giovinezza, la voglia di vivere, il saper essere felici anche di poco, il credere all’amore, l’affrontare le pene d’amore, sentimenti che sono stati e saranno, riconoscibili al di là dei tempi e delle mode perché sono dentro i nostri cuori e parlano una lingua universale. La morte prematura diventa allegoria di una giovinezza che non può che evolversi se non nella memoria».
Sempre in riferimento all’amore di Puccini per le donne, la professoressa Macrì ha parlato del suo amore per Elvira Bonturi che sposerà il maestro dopo la morte del marito Geminiani soffermandosi sulla Turandot, opera rimasta incompiuta forse per il sopraggiungere della morte del compositore che lo colse nel novembre 1924 (era nato a Lucca il 22 dicembre 1858) dopo aver subito un intervento di tre ore per un tumore.
«Un attimo prima di morire – ha concluso la relatrice – forse Giacomo Puccini rivede in un flash tutta la sua vita: la galleria dei suoi personaggi femminili, le sue donne fragili ma non arrendevoli, eroine struggenti che conquistano il cuore della gente , riascolta la sua musica e si firma, con malinconica autoironia, come usava fare negli ultimi mesi della sua vita:il vostro sonatore del regno. Era infatti nominato Senatore del Regno d’Italia».
Lina Latelli Nucifero