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Uomo scomparso nel reggino, disposta analisi Dna resti trovati

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san luca

San Luca, c’erano frammenti di ossa in fuoristrada incendiato

Prende sempre più forma la possibilità che i pochi resti, perlopiù frammenti di ossa carbonizzati, trovati all’interno dell’auto dell’allevatore Antonio Strangio, di 42 anni, di San Luca, coniugato e padre di 4 figli, sparito da almeno cinque giorni, siano di natura umana e non animale.

Serviranno, dopo le prime verifiche da parte dei carabinieri, gli accertamenti e le analisi dei carabinieri del Ris di Messina in relazione al Dna dei resti per sciogliere dubbi e avere risposte più chiare.

Nel pomeriggio di lunedì scorso, dopo l’allarme lanciato da alcuni familiari dell’allevatore sanluchese che non era rientrato a casa, né si era fatto vivo telefonicamente, i carabinieri, in una zona di campagna posta tra i confini territoriali dei comuni di Bovalino e San Luca avevano trovato, completamente distrutta da un precedente incendio, l’autovettura, un fuoristrada, di proprietà di Strangio.

All’interno del veicolo c’erano alcuni resti, completamente carbonizzati, sulla cui natura, animale o umana, non è stata fatta ancora del tutto chiarezza da parte degli inquirenti.

A sciogliere i dubbi saranno gli esami del Dna disposti dopo il sequestro del veicolo.

Agli investigatori i familiari e i parenti di Strangio hanno riferito di non saper dare una chiave di lettura all’ improvvisa scomparsa del congiunto.

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