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Vacantiandu. Comicità e trasformismo nelle tante “facce” di Tiziana Foschi

3 min di lettura

Lamezia Terme, 4 marzo 2022. Nuovo appuntamento con la stagione teatrale Vacantiandu con la direzione artistica di Nico Morelli e Diego Ruiz e la direzione amministrativa di Walter Vasta

La rassegna, realizzata dalla compagnia I Vacantusi di Lamezia Terme in collaborazione con la Federazione Italiana Teatro Amatori e il patrocinio del Comune di Lamezia Terme, è finanziata dalla regione Calabria.

In scena, al Teatro Grandinetti, “Faccia un’altra faccia” di e con Tiziana Foschi, volto noto della Premiata Ditta, e la partecipazione straordinaria di Antonio Pisu che firma anche la regia.

Introdotta da Antonio Pisu, entertainer logorroico e aggressivo che vende parole e storpia frasi fatte sottolineando i deliri linguistici di certa televisione, Tiziana Foschi si presenta come sé stessa per trasformarsi, a vista, nei tanti personaggi che vuole raccontare.

Un gioco allo specchio, uno spettacolo-confessione che sa gestire con eleganza ed equilibrio. Sorridendo della inevitabile perplessità di fronte a sé stessa, racconta errori, delusioni e timori in uno sgambetto continuo tra vita e teatro.

In questo suo modo di stare “dentro” e “fuori” il ruolo, i tratti della pennellata comica di Tiziana Foschi tendono alla leggerezza e rispettano quel senso della misura sui cui poggiano i suoi sapienti travestimenti. I personaggi sono ricostruiti/esibiti/dilatati attraverso tic e atteggiamenti maniacali, ripetizioni verbali, ossessioni, peccati e desideri ma tutti con dentro il sogno di una felicità impossibile e commovente.

Una comicità non di maniera che scava nelle passioni e lascia sempre un po’ di amaro.

Lo spazio scenico è quasi nudo. Tutti gli oggetti – un leggio “versatile”, un tavolo, delle sedie, delle ceste – sono funzionali alla costruzione dei personaggi che prendono forma avendo come unico mezzo la fisicità dell’attrice, la sua faccia mutevole, le sue espressioni stralunate e i pochi, importantissimi, particolari per caratterizzarli: il fazzoletto legato in testa che lascia scoperte le orecchie della tenera beghina Teresa; il cache-col e i colori squillanti della procace moglie di Ignazio “er bibitaro”; il linguaggio del corpo della studentessa invaghita del suo professore; le pose “virili” e le avances della donna dominante; il cappotto animalier della signorina Angiola, vittima di una truffa romantica sui social; gli occhiali scuri e il bastone della finta cieca/veggente che divina futuri prevedibili, il costume in gommapiuma di una biondissima Eva, tutta cuore e ciccia.

Impacciata, sfacciata, audace, tenera, imbrogliona o candida la Foschi sa mutare carattere con un cambio d’abito, sguscia da una “faccia” all’altra attingendo a un repertorio di registri e inflessione linguistiche che indicano come il variare della situazione e dell’intonazione sia la grammatica flessibile della sua versatilità artistica.

E straordinaria si rivela la presenza di Antoniu Pisu, regista e spalla, che sa stare al gioco delle “scenette” volteggiando tra il gesto svogliato e la battuta smorzata, in un movimento di sottrazione ma ritagliandosi spazi per suggestive interpretazioni canore accompagnate alla chitarra.

Per chi assiste allo spettacolo, il divertimento consiste nel succedersi delle trasformazioni e dei rapporti ma anche in quelle pause di intima riflessione che sono la vera sorpresa di Tiziana Foschi, cacciatrice di facce e indagatrice di anime.

Al termine dello spettacolo, l’omaggio della tradizionale maschera, simbolo della rassegna Vacantiandu ideata dal graphic designer Alessandro Cavaliere e realizzata dal maestro Raffaele Fresca, che il direttore artistico Nico Morelli, introdotto da Patrizia Anania, ha consegnato a Tiziana Foschi e ad Antonio Pisu.

 

Giovanna Villella

[ph_Desme Digital per Vacantiandu in Anteprima]

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