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Vacantiandu approda a Nocera Terinese e Motta Santa Lucia con lo spettacolo “Terroni”

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Spettacolo tratto dal best-seller “Terroni” di Pino Aprile

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Lo spettacolo “Terroni”

Comunicato stampa:

Lamezia Terme – Il progetto Vacantiandu approda in due borghi della provincia di Catanzaro: si è tenuto infatti al convento dei Cappuccini di Nocera Terinese e nella sala polifunzionale comunale di Motta Santa Lucia lo spettacolo “Terroni”, rappresentazione di teatro-canzone interpretata magistralmente da Roberto D’Alessandro e tratta dal best-seller “Terroni” di Pino Aprile.

Nelle due serata natalizie, il caloroso pubblico dei due piccoli borghi montani, ha avuto l’opportunità di conoscere la vera storia della “disunità d’Italia”.

Uno spettacolo che ha assunto un significo ancora più importante a Motta Santa Lucia, paese d’origine del presunto brigante Villella il cui cranio è esposto al museo “Lombroso” di Torino: D’Alessandro è infatti testimonial del comitato “No Lombroso” che tenta da anni di far chiudere il museo di Torino nel quale vengono ancora esposti i crani dei cosiddetti briganti meridionali che dimostrerebbero la natura del delinquente naturale, aberrazione della scienza e inaccettabile opera di propaganda antimeridionale

Le due serate sono state organizzate dall’associazione “I Vacantusi”, nell’ambito del progetto regionale Vacantiandu, ed hanno raccolto il consenso del numeroso pubblico: oltre un’ora tra monologhi e canti, nel corso della quale il bravissimo attore, autore e commediografo Roberto D’Alessandro, regista calabrese, nato a Montalto Uffugo in provincia di Cosenza ma cresciuto artisticamente a Roma alla Scuola di Gigi Proietti, ha raccontato la vera storia d’Italia, attraverso le canzoni della tradizione e del repertorio meridionalista di Bennato, Modugno, Napoli, Paisiello. Il tutto interpretato dal vivo da Mariano Perrella e dalla band musicale “Cantannu cuntu” di Acri, con un allestimento scenico curato da Clara Surro, i costumi di Salvatore Argenio e Annamaria Pisapia e l’assistenza regia di Paolo Orlandelli.

Nel corso della serata, il direttore artistico Nicola Morelli ha ringraziato i presenti per la calorosa accoglienza riservata alla manifestazione, spiegando lo scopo del progetto regionale “Vacantiandu”, che quest’anno ha scelto di portare il teatro anche in piccoli centri dove il teatro non c’è, per offrire nuove opportunità alle comunità dell’hinterland lametino.

Per quanto riguarda lo spettacolo, la pièce è nata dall’esigenza di divulgare il contenuto del libro, con la necessità di far conoscere al maggior numero di persone la vera storia dell’Unità d’Italia, della sua economia, di quanto finora taciuto dalla storiografia ufficiale sugli eccidi compiuti durante la cosiddetta “lotta al brigantaggio”, sugli squilibri tra Nord e Sud su cui fu basata tutta l’economia del nascente Regno D’Italia, su come di fatto l’Unità d’Italia fu un atto di conquista sleale e scorretto da parte del Piemonte a danno del Regno delle Due Sicilie.

Se non si ristabilirà la verità su ciò che è accaduto 150 anni fa, l’Italia non vivrà mai alcuna pacificazione – ha spiegato D’Alessandro – la creazione di una supposta e sostenuta minorità meridionale è l’atto più grave che i fratelli del Nord hanno fatto ai danni dei fratelli del Sud, ancora esiste a Torino il Museo Lombroso, che aveva trovato (a dir suo) il cranio del delinquente naturale vicino Catanzaro, per altro ancora esposto nel museo e recante nome, cognome e provenienza.

Un modo per riflettere su come ancora oggi la differenza di trattamento tra Nord e Sud sia marcata, sull’assenza di infrastrutture nel Mezzogiorno e della deliberata volontà di mantenere il Sud in una condizione coloniale, poiché questo è stato sin dall’unificazione, e da colonia il Sud viene ancora trattato. Dalla presa di coscienza si spera poi un risveglio culturale e una riscossa, politica, economica, sociale”.

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