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Vacantiandu. “Orgasmo e pregiudizio” ovvero il sesso come non lo avete mai sentito raccontare

5 min di lettura

Lamezia Terme, 7 maggio 2022. Penultimo appuntamento con la stagione teatrale Vacantiandu, direzione artistica di Nico Morelli e Diego Ruiz. La rassegna, realizzata dalla compagnia I Vacantusi di Lamezia Terme in collaborazione con la Federazione Italiana Teatro Amatori e il patrocinio del Comune di Lamezia Terme, è finanziata dalla regione Calabria.

In scena, al Teatro Grandinetti, la commedia “Orgasmo e pregiudizio” di e con Fiona Bettanini e Diego Ruiz, regia di Pino Ammendola e Nicola Pistoia.

Il sesso è sempre stato oggetto di fantasie e di eccessi, specie in un Paese come l’Italia, storicamente affetto da una schizofrenia etica condizionata, da un lato, dal moralismo cattolico, dall’altro, da una visione laica che ha cercato di far coincidere la libertà con la liberazione sessuale. Eppure, ancora oggi, l’argomento sembra adombrare disordine e peccato e il discorso sul sesso viene relegato in una zona oscura, tetra, al limite tra desiderio e frustrazione.

Il testo, scritto dagli stessi protagonisti nel lontano 1998 e portato ininterrottamente in scena anche in altri paesi europei, si basa sull’osservazione acuta e sulla narrazione puntale di un argomento che investe tutti. Fiona Bettanini e Diego Ruiz hanno voluto dinamizzare l’argomento “sesso”, sottraendolo ai sensi di colpa e sottolineando il carattere di ricerca che esso ha nell’immaginario collettivo, nel tentativo di sciogliere i nodi dell’eros nella società contemporanea e di analizzare i misteriosi intrecci tra maschile e femminile.

Il décor di Mauro Paradiso è un letto sapientemente delimitato da luci soffuse e morbide, con sfumature rossastre, calde, sì da creare un’atmosfera intima e confidenziale. Lenzuola di seta, una testiera a forma di bocca, rossa, sensuale che prelude ad incontri piccanti ma che è, anche, metafora della parola, una civettuola bocca della verità. Perché sono le parole a riempire questo spettacolo, vero e proprio esempio di longevità teatrale. Oltre 20 anni di repliche e di successi per un allestimento che si mostra ancora fresco, vivace, divertente.

In questa pièce, la coppia Bettanini/Ruiz, con ironia ed eleganza, intrattiene il pubblico proponendo una sorta di sfida teatrale sul sesso, in un incontro/scontro tra la visione maschile e quella femminile.

Diego e Fiona sono due amici che, a causa di un contrattempo, rimangono bloccati con l’auto e sono costretti a trascorrere la notte in uno squallido motel.

Lui in osceni slip animalier e lei in sexy lingerie nera. Tra gag ed evoluzioni atletiche da una sponda all’altra del letto, comicità e verità sociologiche e con una capacità di narrazione senza pregiudizi, i due attori delineano una mappa ironica delle nevrosi sessuali.

La modalità “conversazione tra amici” consente uno dialogo schietto, senza reticenze, imbarazzi o timori di giudizi morali.

I due si fanno confidenze intime, giocano come adolescenti, si spintonano, si annusano, si sfiorano, in una tenzone fisica che ricorda un corteggiamento tra mammiferi.

Ma è solo un gioco che prelude a graffianti dialoghi, con lampi di orgogliosa denuncia contro la solita ipocrisia sociale.

Il femminile, oggetto di desiderio e per sua funzione, quindi, silenzioso e passivo, si fa improvvisamente soggetto parlante rivendicando la propria autonomia di pensiero, di libertà e di scelta nei confronti dell’universo maschile. Le donne considerano sexy i muscoli degli uomini perché sono in grado di risvegliare i loro istinti sessuali. Stigmatizzano gli uomini soffocati dall’ansia da prestazione eppure, “Se solo le donne a letto fossero più sincere ci sarebbe un esercito di complessati!”. Secoli di simulazioni di finti orgasmi e finti sospiri per rassicurarli sulla loro onnipotenza sessuale! Però oggi quelle donne che hanno patito lungamente la schiavitù di un vissuto corporeo senza parola perché negata in ambito pubblico, professionale, ufficiale e concessa solo come chiacchiericcio, parlottio, confidenza tra amiche; quelle donne, da sempre oggetto di sguardi virili e catcalling con apprezzamenti al limite del codice penale, rivendicano la libertà di riservare agli uomini lo stesso trattamento, nel superamento dei vecchi ruoli imposti dalla società al genere femminile.

Di contro, le ragioni dell’universo maschile rimangono ancorate a vecchi schemi. I peli sul petto sono ancora simbolo di virilità. Gli apprezzamenti pesanti rivolti alle donne sono scatenati dal loro incedere sculettante in minigonna e dal wonderbra che mette in evidenza il seno, quasi offrendolo agli sguardi libidinosi. In un’epoca di grandi incertezze e di identità frantumate, gli uomini si scoprono distratti, esposti alla crisi della coppia, all’insoddisfazione dei rapporti. Per loro il sesso è ormai fonte di stress perché le donne sono diventate più esigenti: amano i preliminari, vorrebbero un post coitum pieno di tenerezza e di attenzioni e si deprimono se l’uomo si addormenta subito dopo l’amplesso ma anche gli antichi dicevano “Omne animal post coitum triste est”, dopo il rapporto ogni animale (uomo incluso) è triste. E poi ci vorrebbe un manuale di istruzioni per trovare quel famigerato punto G e renderle felici!

E ancora la stanchezza che subentra tra la coppia, la visione dei film porno come surrogato. Le donne che, invece, cercano di vivere le proprie fantasie sognando una camera da letto tappezzata di specchi o immaginando trasgressioni erotiche come un ménage à trois. Poi citazioni cinematografiche tra Ultimo tango a Parigi di Bertolucci e La legge del desiderio di Almodóvar fino alla parodia di 9 settimane e ½ di Adrian Lyne. Le telefonate (fintamente) hot con i loro rispettivi partner. L’esaltazione del sesso tantrico per riaccendere i sensi e regalare nuove emozioni. La fatica del corteggiamento per gli uomini che hanno perduto la leggerezza dell’approccio e recriminano i soldi spesi per le cene, la ritrosia delle donne a cedere al primo incontro per timore di essere giudicate “facili”. I soliti pregiudizi sul fatto che due amici non possano andare a letto insieme…

Tutto è costruito secondo i canoni della commedia brillante, con dialoghi spigliati e accattivanti infarciti di autoironia e paradossi, a tratti si spalancano i crepacci della satira velenosa, dell’amoralismo che smaschera le finte moralità ma rimane intatta l’incapacità degli uomini di capire i desideri delle donne.

Tanto divertimento e lunghi applausi!

Al termine dello spettacolo, l’omaggio della tradizionale maschera, simbolo della rassegna Vacantiandu ideata dal graphic designer Alessandro Cavaliere e realizzata dal maestro Raffaele Fresca, che il direttore artistico Nico Morelli e il direttore amministrativo Walter Vasta, introdotti da Patrizia Anania, hanno consegnato a Diego Ruiz e a Fiona Bettanini.

Giovanna Villella

[ph_Desme Digital per Vacantiandu 2022]

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