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Vacantiandu. Up&Down con Paolo Ruffini, quando il Teatro è felicità

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Vacantiandu. Up&Down con Paolo Ruffini, quando il Teatro è felicità

Lamezia Terme, 6 novembre 2019. Tutto esaurito al Teatro Comunale Grandinetti per lo spettacolo Up&Down di e con Paolo Ruffini e gli attori della compagnia Mayor Von Frinzius, regia di Lamberto Giannini, inserito nel cartellone della rassegna teatrale Vacantiandu con la direzione artistica di Diego Ruiz e Nico Morelli e la direzione amministrativa di Walter Vasta.

Uno spettacolo non convenzionale, divertente, commovente e irriverente che ha coinvolto il pubblico – da protagonista – in una girandola di risate, emozioni, battute fulminanti, dialoghi surreali.

Una festa che inizia, a sipario chiuso, con il lancio di grandi palloni rossi in platea che rimbalzano tra gli spettatori per la gioia di tutti e prosegue sul palcoscenico con un immenso Paolo Ruffini mattatore brillante, capace di vis comica e sensibilità e  i suoi “ragazzi” speciali straordinariamente normali che tra gag, siparietti, canti e balli mettono in scena la loro originalità e loro forza esistenziale. Ruffini li affianca amorevolmente sul palcoscenico, li racconta nel gesto, nel suono del loro nome: Erika, Andrea, Simone, Davide, Giacomo, Federico

Ragazzi che sanno dare il “tu” alla vita riuscendo a creare, al di là dell’indubbio valore artistico della performance, spazi di significato perché “siamo tutti diversamente abili, diversamente normali e normalmente diversi”.

Ruffini guarda con ironica straniazione all’attualità e alle sue manifestazioni mediatiche esortandoci ad essere “più sociali e meno social” e poi – creando una tensione sinergica tra teatro e vita – conduce, alla sua maniera limpida e penetrante, una intelligente forma di provocazione parlando di bontà, felicità, bellezza, parole “rivoluzionarie” che il nostro cervello si sta disabituando a riconoscere. Dalla narrazione del quotidiano, rielaborata in chiave comica, scaturisce la risata che sconfessa la frustrante classificazione tra normalità e anormalità e fa riflettere sulle iniquità che albergano nell’uomo contemporaneo indifferente alla bellezza e impermeabile alla felicità.

Sono queste le vere inabilità/disabilità che non hanno alcuna relazione con il numero dei cromosomi.

“Non sapete cosa vi perdete ad essere normali” dice Erika, bellissima nel suo luccicoso abito di paillettes rosso, con la consapevolezza di chi guarda in faccia la realtà, la chiama con il proprio nome e ne esce vincente, contro quella cultura ipocrita e caritatevole che genera il pregiudizio.

Uno spettacolo necessario – lontano dalla forza omologante dello show business – questo di Paolo Ruffini e dei suoi fantastici ragazzi, che ha saputo accendere il cuore degli spettatori prolungandosi in un grande e affettuoso abbraccio che il pubblico lametino ha riservato a tutta la compagnia nel foyer del teatro dopo una standing ovation e 10 minuti di applausi.

Uno spettacolo che ti lascia un sapore dolce in bocca e la voglia di ritornare a teatro.

Giovanna Villella 

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