Variante Omicron, Ema: “Non sappiamo se servirà nuovo vaccino”
3 min di letturaEmer Cooke: “Servono più dati riguardo all’impatto della variante sull’efficacia dei vaccini approvati”
“La variante Omicron” del Covid “è in cima ai pensieri di tutti noi: un virus con cambiamenti significativi nella proteina Spike, con evidenze emergenti di un’aumentata trasmissibilità e della capacità di sfuggire ai vaccini e” all’immunità ottenuta “dall’infezione contratta in precedenza. Noi enti regolatori siamo ampiamente consapevoli che il virus muta ed è una situazione per la quale siamo preparati. Anche le aziende sanno quali passi devono fare se dovesse rivelarsi necessario un cambiamento” nei vaccini.
E si avrebbe un processo di valutazione “veramente molto veloce. Ma lasciatemi sottolineare che non c’è ancora una risposta” alla domanda “se avremo bisogno di un vaccino adattato con una composizione diversa“. A puntualizzarlo è stata Emer Cooke, direttore esecutivo dell’Agenzia europea del farmaco Ema, oggi durante l’ultimo briefing del 2021 con la stampa.
“La comunità scientifica ha bisogno di vedere più dati riguardo all’impatto della variante sull’efficacia dei vaccini approvati – ha sottolineato – Tutte le opzioni dovrebbero essere esplorate, incluso vaccini monovalenti e multivalenti e come agiscono nel ciclo primario e nel booster. Ci sono ancora domande aperte e dobbiamo continuare ad aumentare le nostre conoscenze. La nostra priorità è essere preparati nel caso sia necessario un cambiamento, ma lasciatemi puntualizzare che non è ancora questo il caso”. E comunque, in una simile prospettiva, “non dovremo ricominciare da zero con una composizione del vaccino aggiornata perché ciò di cui potremmo aver bisogno non sarà necessariamente molto diverso dai vaccini anti-Covid esistenti”, ha precisato Cooke, ricordando anche come siano “rassicuranti” i dati sulla sicurezza dei vaccini disponibili ad oggi. “Quella anti-Covid – ha concluso – è la più ampia campagna vaccinale di sempre, con 700milioni di dosi già somministrate in Ue”.
A fare il punto su quello che si sa al momento rispetto alla variante Omicron e i vaccini è stato anche Marco Cavaleri, responsabile Vaccini e Prodotti terapeutici per Covid-19 dell’Ema. L’esperto ha spiegato che “stiamo cominciando a ricevere dati molto importanti rispetto alla capacità dei sieri di persone vaccinate o precedentemente infette” da Sars-CoV-2 “di neutralizzare la variante Omicron e questi dati stanno mostrando una caduta della capacità dei vaccini di esercitare una neutralizzazione su Omicron – ha detto – Ma allo stesso tempo, se guardiamo ai booster che abbiamo, questi stanno fornendo una buona neutralizzazione e infatti stanno emergendo evidenze che una dose booster è in grado di restaurare livelli abbastanza alti di protezione dalla malattia sintomatica. Ci mancano ancora dati sulla malattia grave e sarà importante raccoglierli per avere un quadro completo”.
Per avere questi dati “su malattia grave, ospedalizzazione e anche infezione”, ha osservato, “dovremo aspettare poche settimane visto che Omicron si sta diffondendo piuttosto rapidamente”. Solo così “potremo capire quale sarà il prossimo passo”. Servirà una quarta dose? Per ora dobbiamo essere prudenti – ha replicato Cavaleri – ma stiamo già pensando allo sviluppo di un vaccino per la variante Omicron, così se dovessimo avere necessità di passare a una nuova vaccinazione basata su un vaccino ad hoc per la variante saremmo preparati. Ma non si può dire ora se ad aprile saremo nella condizione di dover raccomandare una dose addizionale o un booster di vaccino per Omicron”. “E’ possibile”, ha infine aggiunto l’esperto, che Covid ci si troverà in futuro davanti a uno “scenario simile a quello dell’influenza”, con vaccini che vengono aggiornati ogni anno. “Possibile, ma in questo momento non certo”, ha puntualizzato.
“DOBBIAMO PREPARARCI A NUOVE VARIANTI”
“Questo virus è ancora in una fase pandemica. Dobbiamo essere preparati” a nuove varianti di Sars-CoV-2, “essere pronti a vederlo cambiare ancora nel tempo finché non troverà una buona posizione per vivere nella comunità umana. Quindi dobbiamo avere tutti gli strumenti per dare una risposta” a tutto questo “e fornire vaccini che potranno essere efficaci”, ha sottolinearlo ancora Cavaleri.