La vergogna dell’ospedale di Lamezia, l’ennesima denuncia di una cittadina
3 min di letturaRiceviamo e pubblichiamo la nota della Sig.ra. E.C.
Di seguito il testo:
“OSPEDALE DI LAMEZIA TERME, la VERGOGNA di tutta la sanità mondiale, della Calabria e di Lamezia.
Una vergogna per tutti quelli che hanno fatto tanti sacrifici per studiare e specializzarsi, per tutti quelli che hanno prestato un giuramento credendoci fortemente, per tutti quelli che hanno fatto turni infiniti per salvare la vita delle persone. Una struttura mal gestita e popolata da ALCUNI individui di dubbia competenza e umanità, una struttura che oggi nasconde le proprie incompetenze dietro le misure anti-covid, applicate per di più parzialmente e superficialmente: ALCUNI medici e assistenti sanitari senza mascherina, corridoi pieni di parenti che attendono l’orario di visite di ciascun reparto dove però, può entrare solo UNA persona a cui non viene misurata la temperatura.
Ma tralasciando la competenza e la professionalità (ASSENTI), una struttura che fa dare l’ultimo saluto al defunto (mio nonno) per le scale o in un corridoio in attesa che arrivi l’ascensore, infermieri che alla richiesta “ma potevate chiamarci un po’ prima per salutarlo l’ultima volta!” rispondono con “e va beh O Signò ormai è morto”.
Il corpo di un povero defunto (mio nonno) portato in obitorio con tutti i cerotti per il monitoraggio ancora attaccati e la mascherina dell’ossigeno lasciata di lato. Quanto è triste nascere e crescere pensando che tutto questo sia “normale”, pensare che è normale dover avere la raccomandazione per qualsiasi cosa, dal posto di lavoro al posto in ospedale, che è normale sperare di capitare con un buon medico o in un reparto quantomeno discreto, di non avere delle suore stronze che ti girano intorno o degli infermieri incompetenti.
L’umanità DEVE ESSERE una priorità nella vita di ognuno di noi, abbiamo vissuto i periodi in cui il necroforo o “becchino” era, nei reparti, una figura più presente del personale sanitario, monitorava la situazione lasciando i biglietti da visita sul letto di chi aveva un quadro clinico disastroso, pagava i “segnalatori” interni all’ospedale per essere il primo ad arrivare sul posto al momento del decesso.
Lamezia è e rimarrà sempre la mia casa, ma la verità è che si vive bene in un posto in cui c’è il lavoro e la sanità funziona, possiamo aprire i pub più belli, i sushi alla carta perché fa molto figo, le pizzerie gourmet, sistemare lampioni, le piste ciclabili, i festival ecc. ma senza un’assistenza DIGNITOSA tutto resta un quadro senza cornice”