Vescovo Lamezia: “il prossimo e’ colui che si fa vicino all’altro”
3 min di lettura“Decidere di interrompere il mio cammino per prendere l’iniziativa di andare verso chi ha bisogno”
È questa l’essenza del cristiano oggi, di chi intende testimoniare cosa significhi vivere il Vangelo, incarnare l’insegnamento che il Cristo con la sua vita e la sua morte ci ha dato.
Ed è questa la sollecitazione che monsignor Serafino Parisi, nel corso della sua prima celebrazione eucaristica dopo il suo ingresso in Diocesi, ha rivolto ai fedeli in cattedrale durante l’omelia, partendo dal brano del Vangelo del giorno ed invitando a riflettere sulla frase: “…ed ebbe compassione di lui”.
La compassione, quella che ciascun cristiano dovrebbe avere nei confronti dell’altro, di chi è abbandonato ai bordi della strada: “Risollevare chi è stato buttato al lato della strada per la cattiveria dell’uomo”, ha sottolineato monsignor Parisi spiegando che “la compassione non è un atto pietistico, non è in ordine alla cronicizzazione del male ma è nell’ordine di risollevare l’umanità. Io – ha aggiunto – sento il richiamo di colui che è al lato della strada e verso di lui divento prossimo. Diventare prossimo significa assumermi la responsabilità della sua vita. Cioè l’altro mi interessa a tal punto che mi lascio coinvolgere dalla sua vicenda. Facendolo, io colgo la sua richiesta di aiuto e, responsabilmente per me e per lui, decido di mettermi in cammino”.
Ed in questo senso, la compassione, “che è importante perché qualifica l’azione del cristiano nel mondo”, altro non è che “la differenza che c’è con colui che è disinteressato alla vita dell’altro ed è interessato agli affari”.
Di contra, “il prossimo è colui che si fa vicino all’altro. Quindi, può essere chiunque nei confronti del quale noi prendiamo l’iniziativa di farci vicini” perché “l’amore di Dio deve coinvolgere tutto l’uomo e l’umanità è invitata a lasciarsi coinvolgere da questo flusso che parte da Dio. Tutta l’umanità grida – ha concluso il Vescovo – e questo grido non può lasciarci indifferenti”.
In mattinata, monsignor Parisi, dopo essersi recato al Museo diocesano dove è esposta l’opera di Mattia Preti “Gli evangelisti Luca e Giovanni”, ha fatto visita, per un breve saluto ma con l’impegno di un prossimo incontro, alla comunità romena-ortodossa riunitasi nella chiesa di Santa Caterina per pregare.
Quindi, dopo un caffè al bar e l’acquisto dei giornali in edicola, si è soffermato a parlare con alcune persone con le quali si è intrattenuto qualche minuto prima di rientrare in Episcopio.