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Vescovo Schillaci apre celebrazioni Triduo Pasquale con Messa in Coena Domini

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Preghiamo – ha concluso Schillaci “per tutti noi, per noi lametini, perché possiamo passare da noi stessi a Dio, da una logica che ci porta a pensare solo a noi stessi alla logica di Cristo che si è consegnato per amore”

La Chiesa come Cristo è chiamata a servire, a chinarsi sulle piaghe dell’umanità. Questo il filo conduttore delle parole pronunciate dal vescovo di Lamezia Terme Giuseppe Schillaci che ieri, con la  Santa Messa in Coena Domini in Cattedrale, ha aperto le celebrazioni del Triduo Pasquale che culmineranno nella Pasqua di Resurrezione.

“Un anno fa non era possibile celebrare con il popolo l’Eucaristia. Oggi siamo qui riuniti e per questo desideriamo ringraziare il Signore”, ha esordito il vescovo Giuseppe ricordando la Pasqua di un anno fa, segnata dalla sospensione delle celebrazioni con il popolo.

“Gesù nel Cenacolo ci consegna tre doni – ha proseguito il vescovo di Lamezia – il sacerdozio ministeriale, l’Eucaristia, il dono del suo amore “fino alla fine” per l’uomo. Gesù lava i piedi ai suoi discepoli, servizio che spettava generalmente agli schiavi. Con le sue parole spiega il senso di quel gesto: “Dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, lì amò sino alla fine”.

Come ci ricorda don Tonino Bello, nel Vangelo dell’Ultima Cena non ci sono particolari paramenti liturgici, ma uno solo: il grembiule. Noi, discepoli del Signore, non dovremmo mai distogliere lo sguardo dal Cenacolo dove Cristo si annienta, svuota se stesso assumendo la condizione di servo. Questo gesto esprime l’identità della Chiesa che è nel mondo per essere segno di donazione, segno di servizio di amore per l’umanità. La Chiesa è nel mondo per consegnare questo esempio: Cristo che si svuota, che offre la sua vita, che si consegna.

Preghiamo – ha concluso Schillaci “per tutti noi, per noi lametini, perché possiamo passare da noi stessi a Dio, da una logica che ci porta a pensare solo a noi stessi alla logica di Cristo che si è consegnato per amore”.

Sospeso il rito della lavanda dei piedi, alla luce degli orientamenti della Cei per la Settimana Santa per la prevenzione del contagio, al termine della celebrazione il vescovo ha presieduto la breve processione del Santissimo Sacramento verso l’altare della reposizione.

Nella mattina del Giovedì Santo, il vescovo ha presieduta la Santa Messa, crismale durante la quale sono stati benedetti gli oli santi utilizzati dalla Chiesa nei sacramenti, e tutti i sacerdoti della diocesi lametina, in comunione con il loro pastore, hanno rinnovato le promesse sacerdotali.

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