“Il viaggio dei Bronzi di Riace”, nuovo incontro organizzato dal Circolo Culturale “L’Agorà”
4 min di letturaIl Circolo Culturale “L’Agorà” organizza un incontro sul viaggio dei Bronzi di Riace ed avrà come gradito ospite il prof. Riccardo Partinico (Direttore del Laboratorio di Anatomia Archeostatutaria di Reggio Calabria)
Venerdì 23 agosto il Circolo Culturale “L’Agorà” organizza una conversazione sul tema “Il viaggio dei Bronzi”. L’imbarcazione che trasportava i “Bronzi di Riace” potrebbe essere partita come spesso accadeva dal Porto di Corinto, arrivata all’uscita del golfo, nei pressi delle isole di Cefalonia e Itaca, avrebbe certamente intrapreso la rotta più breve per raggiungere la Calabria prima di continuare il viaggio verso Roma per consegnare le statue ad un Committente.
Il “corridoio” sul Mar Ionio che collega Cefalonia al porto di Locri Epizefiri, citato dal geografo Strabone, si trovava sullo stesso Parallelo 38° 14’, 203 miglia nautiche (376 km), che potevano essere percorse anche in una notte. L’antico porto della città di Locri era chiamato dai Greci Zephyrion Akrotérion e dai Romani Zephyrium Promontòrium. Scrive il geografo greco Strabone di Locri Epizefiri: «Dopo il Promontorio di Eracle, si trova quello di Locri, detto Zefirio, che ha il porto protetto dai venti occidentali e da ciò deriva anche il nome».
Quest’anno si celebra il cinquantesimo anniversario del ritrovamento dei Bronzi di Riace, scoperti, secondo la cronaca il 16 agosto del 1972. Leggende, eroi, guerrieri, adoni: i Bronzi di Riace sono tuttora avvolti dal mistero e con la loro perfezione scultorea si sono trasformati nel simbolo della Magna Grecia, della cultura ellenica, di un territorio, quello reggino legato per ovvi motivi storici e culturali alle tradizioni dell’Antica Grecia. A distanza di mezzo secolo dal loro ritrovamento le due opere bronzee ancora assumono una serie di curiosità culturali come la loro reale identità, la destinazione, la rotta di navigazione, la data e gli autori del ritrovamento.
Secondo la cronaca le due statue vennero scoperte il 16 agosto 1972 dal giovane sub romano Stefano Mariottini che si immerse nel mar Ionio a 230 metri dalle coste di Riace Marina, a 8 metri di profondità. Secondo altre fonti tale scoperta è collegata ad alcuni ragazzini del luogo, come afferma lo studioso e ricercatore di archeologia, prof. Giuseppe Bragò.
Altre vicende riguardano la duplicazione delle due statue a seguito della delibera n. 507/2002 della Giunta della Regione Calabria, poi bocciata, a seguito di un ricorso, da parte del T.A.R. Calabria sezione di Reggio Calabria, con sentenza 16 luglio 2003, n. 1285 che annullava la delibera regionale per violazione: 1) dell’art. 7 della legge n. 241/1990, a causa della mancata comunicazione dell’avvio del procedimento relativo alla “clonazione” dei Bronzi al Comune di Reggio Calabria e alla sua Provincia; 2) dell’art. 104 del D. l.vo 29 ottobre 1999, n. 490, per la mancata cooperazione tra il Ministero, la regione e gli enti locali in ordine alla promozione e allo sviluppo della fruizione dei beni culturali; 3) degli artt. 152 e 154 del D. l.vo 31 marzo 1998, n. 112, che stabiliscono che la valorizzazione dei beni culturali si attua mediante forme di cooperazione strutturali e funzionali tra Stato, regioni ed enti locali.
A distanza di tempo si assistono ad altri déjà-vu come la territorializzazione delle due statue, viaggi, dispute, forse la cosa più opportuna è quella di migliorare, aumentare i voli verso lo scalo aeroportuale dello Stretto in modo da valorizzare i Bronzi di Riace ed attirare flussi turistici verso il territorio della provincia di Reggio Calabria, ma questa linea sembra mal recepita in certi ambienti istituzionali.
Altre storie riguardano il numero esatto degli altri bronzi e di pertinenze mancanti, quali scudo, lance, spade, la duplicazione delle due statue, come quella esposta al Liebieghaus Museum di Francoforte, lo scorso 14 agosto le due statue in falsa copia (realizzate tra il 1990 e il 1995 dalla Fonderia d’Arte Massimo Del Chiaro), verranno inabissati nel mare della Versilia.
A Marina di Pietra Santa, pontile di Tonfano, dove verrà realizzato un parco subacqueo, dove verranno immersi due cloni dei Bronzi di Riace a grandezza naturale e il cui inabissamento verrà tenuto a battesimo da Vittorio Sgarbi. Per non parlare delle due copie a colori dei Bronzi di trovano al Metropolitan Museum di New York, dopo essere state esposte al Colosseo a luglio.
Nel 2009 un altro colpo di scena: su appello proposto dal Ministero per i beni e le attività culturali contro la sentenza del Tar di Reggio Calabria del 2003, il Consiglio di Stato ha dato il via libera alla possibilità di clonazione dei Bronzi di Riace.
Un via libera inappellabile tracciato nero su bianco nella sentenza del supremo organo di giustizia amministrativa che, pur dando ragione al TAR sul reale significato di “valorizzazione” dei beni culturali, ha ritenuto che la clonazione non abbia tale natura, bensì quella di “tutela” del bene a fronte del pericolo di deterioramento degli originali; attività di tutela che lo Stato, in quanto proprietario del bene, avrebbe legittimamente posto in essere avvalendosi della collaborazione della Regione Calabria.
Tornando alla conversazione, organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà”, avente come tema “Il viaggio dei Bronzi”, allo stessa parteciperà, in qualità di relatore, il prof. Riccardo Partinico (Direttore del Laboratorio di Anatomia Archeostatutaria di Reggio Calabria”.
Tenuto conto dei protocolli di sicurezza anti-contagio e dei risultati altalenanti della pandemia di COVID 19 e nel rispetto delle norme del DPCM del 24 ottobre 2020 la conversazione sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data da venerdì 23 agosto.