Vicenda Rom, lettera aperta di Mimmo Gianturco
4 min di letturaLettera aperta alla cittadinanza da parte dell’ex consigliere comunale Mimmo Gianturco sulla vicenda rom.
Cari amici lametini, erano gli anni ‘80 quando, nell’ex Comune di Nicastro, ora Lamezia Terme, a seguito di una forte alluvione, fu spazzata via la baraccopoli che ospitava un nutrito gruppo di nomadi nell’odierna via Cristoforo Colombo.
Fu allora che l’amministrazione comunale dell’epoca decise di intervenire, aiutandoli ad avere la cittadinanza italiana e rendendoli così lametini a tutti gli effetti.
E fu proprio allora che nacque il campo rom di località Scordovillo. Trascorsi 4 decenni, però, la situazione è addirittura peggiorata e, nel frattempo, per colpa di alcune iniziative politiche scellerate, sono nati anche i nuovi ‘ghetti’ di San Pietro Lametino, via D’Ippolito (Ciampa di cavallo) e via Michele Nicotera.
Come sapete, è enorme il disagio che questa situazione crea a tutta la nostra città. Alcune volte mi chiedo:
A) Dov’è finita la sinistra degli emarginati, degli ultimi, dei disoccupati, dell’integrazione? Affogata nella retorica fine a se stessa, evidentemente non ha saputo aggiungere fatti concreti alle tante parole spese sull’argomento.
B) Dov’è finita la politica moderata, democratica, cristiana, caritatevole, attenta ai più deboli? Troppo impegnata a dare accoglienza agli immigrati (troppo spesso clandestini), sembra aver dimenticato i problemi del territorio.
Paradossalmente, diventando italiani, i rom residenti a Lamezia, hanno forse perso il loro posto privilegiato nei cuori di quella sinistra e di quel mondo cattolico, che ora sembra sappiano occuparsi soltanto delle masse in arrivo dall’Africa e dall’Asia e che sembra quasi odiare gli italiani.
Formalmente cittadini di questa nazione, i rom hanno piuttosto conquistato l’attenzione di una politica che li ha visti soltanto come un bacino di voti da sfruttare, a costo di trascurare il decoro urbano e i disagi persistenti in città.
Chi deve aiutarli realmente, dunque, a riprendersi in mano il loro destino? Possibile che ad occuparci di questa vicenda dobbiamo essere noi? Sempre e solo noi? Evidentemente sì.
Risolvere la questione dei ghetti presenti a Lamezia Terme, non è una questione di destra o di sinistra: è una questione necessaria, che si deve risolvere per il bene di tutti, con pragmatismo. Noi non siamo per nulla disposti a girarci dall’altra parte, noi – che pure siamo convinti che l’italianità non sia una questione di certificati, ma di sangue, storia e cultura comune – sappiamo però per certo che non è possibile:
1. lasciare ampie porzioni di territorio fuori controllo;
2. tollerare l’insicurezza e il pericoloso degrado che questa situazione continua a provocare;
3. permettere che, nella nostra città, bambini crescano accanto alle fogne a cielo aperto;
4. assistere a continue ed ingenti spese soltanto per l’accoglienza degli immigrati, lasciando insoluti i grossi problemi che ci portiamo dietro da decenni;
5. stare in attesa e perdersi in inutili diatribe ideologiche;
E’ ipocrita ed è ingiusto. Ed è questo che, da tempo, ci ha spinto ad occuparci del problema, ci ha condotti anche ad avere diversi confronti con i residenti di Scordovillo e abbiamo fatto di tutto per accendere i riflettori sulla vicenda.
Ciò che chiede con forza tutta Lamezia è lo smantellamento del campo rom di Scordovillo. E lo vogliamo anche noi!
Pensandoci, rare sono state le iniziative apprezzabili delle precedenti amministrazioni, molte invece quelle discutibili. Una di queste è sicuramente l’ultima decisione della commissione prefettizia, ossia lo stanziamento di 700mila euro per risolvere il problema abitativo di appena quattro famiglie.
Se soldi devono essere spesi, questi soldi devono servire a risolvere la questione definitivamente e drasticamente. Semmai, si bussi alla porta dell’Europa, si intercettino i fondi destinati alle minoranze, si individuino progetti definitivi e strutturali, ma non si continui a sperperare soldi che il Comune di Lamezia non ha, approntando non-soluzioni utili solo ad accontentare qualcuno, mentre quelle stesse risorse economiche potrebbero essere utilizzate per l’interesse di tutti e non di pochi.
Per riuscire però a portare a termine nel minor tempo possibile il progetto dello smantellamento della baraccopoli, c’è bisogno dell’aiuto dei partiti (oggi colpevolmente assenti dalla vita polita e sociale della città), delle associazioni, della forza di volontà di tutta la città, cosa che purtroppo manca. Quello che chiediamo è serietà e collaborazione.
Da parte nostra, già nei prossimi giorni, continueremo a lavorare per far comprendere a tutti che ci possono essere soluzioni diverse e più efficaci affinché si arrivi ad eliminare definitivamente quella vergogna che insiste a Scordovillo.
Lamezia non può ripartire se non affronta con coraggio le criticità del territorio. Non può essere una città sicura per i nostri figli e per le nostre donne se non risolviamo alcuni problemi. Io, in questa terra, ci voglio credere, e voglio credere ancora in tutti voi.
Confido nel vostro senso di responsabilità, dunque, e spero che dalle prossime iniziative che organizzeremo, ci sarà una folta partecipazione, per dimostrare che c’è tanta gente cha veramente ha a cuore la le sorti della nostra città.
Cordiali saluti.
Mimmo Gianturco
Fratelli d’Italia